Quante belle giornate finalmente, quanto bel cielo azzurro, quanto sole caldo, quanta musica di aerei cantori. E quanti bambini piccolissimi quest'anno, sbocciati ovunque come le margheritine nel prato; quante gambette ancora incerte eppure spinte da un impulso irrefrenabile ad andare avanti, avanti; quanti giovani genitori a sorvegliare la covata di quest'anno, che sembra particolarmente ondivaga.
Jung osservava che i gattini nati in una certa stagione dell'anno presentavano le caratteristiche di quel periodo, come il vino secondo le annate e la qualità del terreno; avrebbe detto che questa cucciolata nata quando Giove si trovava nel segno dei Pesci avrebbe amato spostarsi qui e là, desiderosa d'infinito.
L'istinto esplorativo reca in dono una grossa opportunità: quella della completezza, del non fermarsi solo sulla materia o solo sul mentale. Per questo il Corano parla di "sacra inquietudine"; sacra perché può portare verso il largo e verso il lontano allora è necessario che questa che può essere una bellissima occasione per tutta una nuova generazione sia protetta dal rischio di scadere nella mera irrequietezza e nella dispersività. E' più che mai necessario che i genitori facciano bene il loro mestiere.
Forse perché sono figlia di un padre molto all'antica poi seguito da un secondo padre completamente diverso, ho esplorato altrove (in nota: L. Marinangeli, "Papà allo specchio", Bompiani, Milano 1999) i tanti modi sperimentati e possibili dell'essere padre, dal Padre padrone, diretto discendente del capo dell'orda primitiva, al timoroso Padre-vieni-qui. Dall'indifferente incosciente all'ansioso, al padre dei figli "diversi", anche per dono o per infelicità, fino al padre nuovo; l'uomo che per la prima volta nella sua storia ha un contatto fisico con i figli e anche un contatto di emozione e di parola mai avuti prima.
Il tipo di genitore che vedo ancora dominante, è quello del gatto del Cheshire di "Alice nel Paese delle meraviglie" di Lewis Carroll: il gatto che c'è ma non c'è. Il padre che non sta del tutto qui anche se fisicamente è presente. Ricordate in Alice di Disney la scena del gatto che appare sull'albero mostrando solo i denti nel sorriso, il resto è altrove.
" Ti sarei grata," disse Alice "se smettessi di apparire e scomparire così all'improvviso: mi fai venire il capogiro!".
"D'accordo", disse il Gatto; e questa volta svanì con estrema lentezza, cominciando dalla punta della coda e finendo con il sorriso, che rimase sospeso nell'aria per qualche tempo dopo che tutto il resto era scomparso".
I bambini e i ragazzi hanno bisogno di regolarità, perché la regolarità rassicura, non fa "venire il capogiro"; i bambini e i ragazzi stanno a disagio con un uomo che c'è fisicamente ma non c'è come padre, inteso come norma stabile, come attenzione attiva alle regole, come pratica di senso della giustezza in ciò che ci circonda, in un continuum di tempo, non ogni tanto.
Spero che col tempo vedremo in giro meno padri Sorriso-del-gatto.
Meno padri che lasciano che il figlio faccia il piccolo tiranno con i fratelli più piccoli o i compagni.
Scena vista in un giardino pubblico: lui, il padre, sta chiacchierando di Totti con un amico, mentre il figlio - il suo Principe ereditario - a un metro da lui strattona per il braccio una ragazzina più bassa per farla ubbidire a un suo ordine di gioco, oppure dà - giocando, s'intende - un calcio forte con la gamba piegata all'indietro, appunto da calciatore, alla gamba di una sua amica, e si sente benissimo il tonfo, e la ragazzina che subisce quasi senza reagire.
Chi si trovasse ad assistere alla scena dovrebbe avere il coraggio di intervenire, almeno fermandosi con l'espressione in viso della più forte disapprovazione, dovrebbe far sì da interrompere il discorso inessenziale del padre, attirare la sua attenzione del gesto violento del figlio pregandolo di intervenire, chiedere al ragazzo grossolano un gesto riparatore, pubblico come fu pubblica l'offesa: "Come si comporta il Principe con la sua amica. Fa vedere. Grazie".
Dietro le proteste ( "fatti i fatti tuoi", eccetera) e lo stupore, il ragazzo GLI SARA' GRATO. Grato per averlo tirato fuori da una brutta parte, da una pessima figura - quella del distruttore -, grato per avergli permesso di rimettersi addosso il suo mantello di dignità. Io mi arrischio spesso a intervenire attivamente così, e sapeste quante rispostacce mi prendo, ma anche quanta approvazione ricevo. Lo spiazzamento, l'effetto sorpresa garantiscono la vittoria.
Un altro padre Sorriso-del-gatto è quello che lascia che il figlio davanti a lui prenda a calci "per gioco" il suo cane colpendolo sulla pancia. Stupore del ragazzo - " Perché? Sente?" - alle proteste del passante che gli dice che c'è una legge, la 20I/991, che punisce chi maltratta un animale. Mentre il padre guarda con espressione atona sia la violenza del figlio che l'intervento dell'estraneo.
Il padre Sorriso-del-gatto è quello che crede siano inessenziali cose come: buttare cartacce per terra, anche sotto un albero e in un giardino; graffiare distrattamente con la macchinina qualsiasi cosa intorno: panchine, automobili e muri. Scrostare così per gioco la corteccia degli alberi che poi è proprio con la zona immediatamente sottostante la parte viva della pianta; divertirsi a perseguitare un animale, sia proprio che selvatico; giocare a pallone buttandolo per ore contro la porta di casa senza nessun pensiero per le orecchie dei vicini; guidare un motorino con una scia di fumo torbido e sterminatore; fissare sfacciatamente una persona diversa, un disabile, un marginale. "Cose piccole"; ma piccolo non significa non importante, come insegna Lao-Tse:
"Una torre a nove piani
cominciò da un cumulo di terra
e un viaggio lungo mille miglia
cominciò dal fare un passo solo"
Montaigne, il grande saggio, invita a fare attenzione alle piccole crudeltà dei bambini verso gli animali e le piante:
"E' un sistema d'educazione molto pericoloso lo scusare queste cattive inclinazioni con le debolezze dell'età e la leggerezza del fatto. Ferire un cane o un gatto... Malmenare ingiustamente un contadino o un domestico che non si difende... Ingannare un compagno con qualche maliziosa slealtà e imbroglio... La bruttezza del fatto non dipende dalla differenza tra scudi e spilli. Dipende da se stessa.
Trovo molto più giusto concludere così: "Perché non trufferebbe con gli scudi, dal momento che truffa con gli spilli?". Piuttosto che, come essi fanno: " Si tratta solo di spilli, si guarderebbe bene dal farlo con gli scudi...".
E quale spettacolo esilarante, il padre che in riva al tetro laghetto semimorto di una "pesca sportiva" insegna al piccoletto figlio come si uccide e come si assiste indifferente, anzi divertito, i tormenti di un essere vivente che tu hai arpionato e ti agonizza sotto gli occhi.
Educazione di serie Zeta. C'è da sorprendersi se quello stesso padre verrà a sua volta lasciato solo a morire inchiodato su una carrozzella e seduto per ore sui suoi escrementi in qualche lugubre casa di riposo dove l'avrà portato il figlioletto, oggi suo candido apprendista?
Facciamoci allora sovversivi. Rivoltiamoci contro la disattenzione, l'indifferenza, l'assenza del cuore. Tendiamo a questo senza pretendere che sia così, ma orientiamoci verso questo stile che è la sola speranza che ci resta. E non temiamo di essere soli. Se nel nostro esempio c'è bellezza qualcuno ci seguirà, perché è di bellezza che abbiamo fame, di una stella brillante come la Bright Star di Keats.
La rubrica di Luciana Marinangeli per Il Respiro