Su proposta di Vito De Filippo, governatore della Basilicata, è stato deliberato che i 400 cani per i quali si è attivata eccezionale mobilitazione, poiché se ne paventava la deportazione dai rifugi modello Eco di Potenza e Pippo di Paterno a una struttura calabrese vincitrice di una gara al massimo ribasso per il loro mantenimento, rimangano in Val d'Agri.
La notizia è eccellente, benché restino alcuni punti da precisare.
Primo fra tutti, la data del rientro dei 27 cani già trasferiti in Calabria nelle scorse settimane, che si richiede immediato.
Poi, la certezza che i cani, quasi tutti anziani, non si spostino dai rifugi attuali, salvo naturalmente auspicabili adozioni da parte di famiglie e privati.
L'annuncio contestuale di un intervento di cofinanziamento della Regione Basilicata allo scopo di ampliare il canile di Viggiano, in provincia di Potenza, che così passerà dai 160 posti attuali a quasi 400, non può certo suggerire di sottrarre questi animali all'impeccabile gestione degli attuali operatori, provocando insensati stravolgimenti.
Al momento, comunque, bisogna rallegrarsi di un primo risultato importantissimo, ottenuto dalla squadra più vasta e generosa che si possa immaginare. Dagli operatori dei canili di Potenza, in testa Pina Maselli, fino alle numerosissime persone e associazioni che hanno scritto e manifestato, ai media, a vari esponenti del mondo politico. Non certo ultima Marisa Laurito, che con il suo forte appello ha saputo accendere definitivamente i riflettori sulla vicenda.
Ma il merito di questi buoni auspici va soprattutto alla straordinaria Annamaria Procacci, che rappresentando l'Enpa ha guidato per oltre un anno questa battaglia in difesa della vita di 400 cani, della felicità e dei posti di lavoro di 70 persone, del rispetto e dell'applicazione di una fondamentale legge sulla prevenzione del randagismo, la 281 del 1991, che lei stessa ha in larga parte contribuito a varare.