Fermento di mezzi e persone stamattina all'antica Valle dei Platani di Villa Borghese, a Roma.
Dopo l'allarme lanciato, nei giorni scorsi, dal Respiro.eu, riguardo l'improvviso ingiallimento dei preziosissimi patriarchi (ultima isola urbana di platani orientali secolari in Europa) colpiti anche da microsphaera platanis, e il comunicato congiunto di Amici di Villa Borghese, Italia Nostra e Legambiente, una squadra municipale è intervenuta per correre ai ripari.
Un anno e mezzo fa il grande botanico Peter Raven aveva indicato, fra le possibili conseguenze dello scavo della condotta poi interrata dall'Acea nel sito, contro la volontà di associazioni e cittadini e a sfregio delle tre leggi internazionali che tutelano l'area e l'intera Villa, la deviazione del naturale flusso delle acque e dei nutrimenti indispensabili agli alberi. Questo, spiegò, avrebbe portato nel tempo alla loro disidratazione e a una inevitabile morte.
Raven stilò allora un decalogo di indicazioni precauzionali, che furono consegnate nel giugno 2009 dagli Amici di Villa Borghese all'Assessorato all'Ambiente e al Servizio Giardini di Roma. Nessuno dei precetti fu seguito.
Prendendo nota dell'intervento odierno come primo segnale di attenzione (gli sconsiderati lavori dell'Acea sono finiti a inizio estate, ma l'intera Villa Borghese, come ripetiamo spesso, volge in uno stato di incredibile degrado) confidiamo a questo punto in un'azione competente, sistematica, protratta nel tempo.
Considerando inoltre quei suggerimenti di Raven ancora utilissimi, come il compattamento della terra dello scavo - altri purtroppo, vedi la distanza della condotta dagli alberi, che doveva essere di almeno cento metri, sono caduti per sempre nel vuoto: complice il Campidoglio, l'Acea ha già compiuto il suo delitto ai danni del patrimonio UNESCO.
Infine, contiamo sul rispetto della promessa di trasformare l'antica Valle dei Platani in museo naturale.