Air Max 1 Essential Dames Outlet Online Air Max 1 Essential Black Outlet Online Nike Air Max Aanbieding Heren Outlet Online Jordan Schoenen Dames Outlet Online Jordan Sneakers Dames Outlet Online
PALIO E PROGRESSO

  Si dibatte di Palio di Siena e palii in generale, anche in questi giorni.  Il paragone con la corrida e l'abolizione verso cui la Catalogna sta procedendo, stava a significare l'orientamento di sensibilità a cui il mondo civile per fortuna oggi tende. L'auspicabile progresso della coscienza pure nella considerazione della vita altra: quella degli animali, degli alberi, degli ecosistemi.
 
Il Palio di Siena è senza dubbio una manifestazione di valore storico, amata e popolare, principalmente presso i senesi. Come tale va protetta, pur ricordando che si tratta di un'antica giostra, e non della Maestà del Duomo di Duccio di Buoninsegna. Questo significa che fa parte di quelle tradizioni che possono e devono sopravvivere se hanno la sapienza di trovare il giusto equilibrio fra la propria ragion d'essere e l'attualità.
 
In principio, il Palio di Siena veniva disputato con cavalli da soma, lenti e robusti. Un'ordinanza comunale decretava che, ove non se ne reperisse un numero sufficiente per la giornata, se ne potevano requisire ai privati. Il campionissimo di sempre, Folco, vinse otto palii in carriera e durante l'anno tirava il carretto portando ortaggi al mercato. Fino agli anni '50-'60 infatti, al Palio gareggiavano contadini, o giù di lì, e la stessa corsa aveva  una connotazione tutta diversa: solo due o tre competevano per la vittoria - e si slanciavano insieme per la famosa curva di San Martino - mentre gli altri erano dietro a tirarsi nerbate. Fu l'avvento dei fantini professionisti, provenienti dagli ippodromi, a portare poi altri cavalli, altra velocità, altri rischi. A quel punto, iniziarono gli incidenti seri.
 
Il solo fatto di precipitarsi in dieci lungo le strettoie, come avviene adesso, è evidente elemento di pericolo per i cavalli, che presero a cadere e spesso a morire, gravemente fratturati o travolti dal gruppo.
 
Un'irregolare piazza cittadina non è un ippodromo.
 
Per lungo periodo a Siena furono messi in lizza delicati purosangue, irrequieti stalloni, che lasciarono dietro di sé, oltre alla gloria, una scia di sangue.
 
Tuttavia, negli ultimi dieci anni, il Palio di Siena ha compiuto notevoli passi avanti nella cura e tutela dei suoi cavalli.
 
Per mantenere l'odierna spettacolarità non si è tornati agli antichi esemplari da tiro. Ma sono stati banditi purosangue e stalloni, è stato creato un pensionato a vita per tutti i reduci della gara e sono state adottate diverse misure di sicurezza. Dai materassi a bordo tracciato (purtroppo non riescono a coprire ogni insidioso angolo del percorso) del tipo utilizzato per la Formula 1 automobilistica, all'eccellente qualità della pista di tufo, fino ai frequenti controlli veterinari, e ad alcune corse propedeutiche di allenamento affinché tra le altre cose i cavalli non si trovino disorientati nel partire per la prima volta nella Piazza del Campo col sistema dei canapi.
 
E' stato anche istituito un consorzio di tutela del Palio, che a ogni effetto ne difende l'immagine. Fa in modo che i colori non escano dalle contrade, evita che eventuali pubblicità lucrino sull'evento, ma anche propone al pubblico quanto di fatto Siena desidera.
 
Le riprese televisive del Palio - due lunghe dirette Rai ogni anno, a luglio e agosto, in occasione di entrambi gli appuntamenti - non sono affidate agli operatori della tv di Stato, ma sono appannaggio del consorzio.
 
E' Siena dunque che decide cosa mostrare e cosa no della corsa, per mezzo delle telecamere di un service privato. Si evitano dunque i primi piani dei fantini che alla mossa, com'è noto agli appassionati, contrattano e si promettono denaro. E anche, si stacca se un cavallo è infortunato, o morto, a terra.
 
Dell'incidente, Siena ci informa il meno possibile. Sposta subito lo sguardo, rimuove; di quanto è accaduto all'animale sapremo forse - in casi clamorosi  - da un rarefatto comunicato l'indomani.
 
Si dà il caso però che il Palio sia inserito in un palinsesto pubblico, per cui noi tutti paghiamo virtuosamente il canone. Prima della corsa, che di fatto dura pochi secondi, per ben due volte l'anno la Rai propone agli italiani un paio d'ore di sbandieratori, signori vestiti da paggi, tamburi e vessilli che fanno da cornice a un magnifico palazzo da cui si affacciano autorità e ospiti famosi.
 
Tale palazzo, continuamente inquadrato, appartiene a una grande banca, l'istituto di credito indigeno, che ne ricava straordinaria visibilità. Incomparabile a qualsiasi spot pubblicitario quanto a durata e efficacia.
 
Certo, non è comodo che in diretta tv il volto di Siena, del Palio e della banca finiscano accomunati a cavalli rantolanti al suolo, perciò si sono create le condizioni per evitarlo, a discapito della corretta informazione dell'utente.
 
C'è un altro fatto, ancora più significativo.
 
In Italia, non esiste una normativa che regolamenti a dovere tutte le corse tradizionali, i palii, le quintane, le giostre, le manifestazioni popolari che prevedono l'impiego di animali, troppo spesso arcaico e improprio. Buoi sottoposti a sforzi mostruosi, oche tormentate, asini vessati, palombelle sparate dentro un tubo. E ancora cavalli.
 
Chi non ricorda, appena qualche anno fa, le tragiche immagini del palio di Floridia, e di quello di Ferrara? I nodelli spezzati, gli animali strisciavano sull'asfalto fra le urla degli spettatori.
 
Esiste una legge, la 189 del 2004, che tutela gli animali punendo penalmente chi li maltratti o li uccida. Purtroppo però i cavalli, unici a lavorare, e anche macellabili, godono di uno status ambiguo che giustifica innumerevoli eccessi e abusi nelle ragioni dell'agonismo, dell'allenamento, dell'addestramento.
 
Oggi in Italia ogni regione, ogni città, ogni paese, ha il diritto di stabilire le regole del proprio palio, o giostra. Chiunque può decidere di far correre purosangue sul cemento, incatenare anatre, bendare muli.
 
A causa di tale situazione, nel nostro Paese ogni anno vengono maltrattati e muoiono molte centinaia, forse migliaia di animali, in nome di tradizioni spesso ridicole, a volte nemmeno antiche, che oggi comunque, in quei termini di crudeltà e barbarie, non hanno alcuna ragione e diritto d'essere.
 
Questo è inaccettabile: una regolamentazione nazionale s'impone con grande urgenza.
 
Naturalmente, Siena non ha interesse a che tale normativa si crei, poiché vuole continuare a determinare e gestire in totale autonomia la propria manifestazione.
 
Il Palio di Siena oggi, per quanto riguarda il rispetto dei cavalli, è di gran lunga migliore di tanti altri, ma ancora migliorabile.
 
Inoltre porta con sé la maggior tradizione, la maggior fama e, di conseguenza, la maggior responsabilità.


 

 

Margherita d'Amico è scrittrice, pubblicista, presidente de La Vita degli Altri onlus

 

Data: 07/08/2010
Autore: MARGHERITA D'AMICO
Bookmark and Share
Galleria Fotografica
 
dal Forum
Qualche giorno fa, da un servizio sul tema effettuato dal Tg de La7, ho appreso che la Città di Siena ha fatto richiesta affinché l'Unesco inserisca il Palio tra i beni intangibili dell'umanità. Spero vivamente che ne segua una bocciatura. L'accettazione sarebbe un gravissimo antefatto.
Laura
Archivio articoli
ILRESPIRO.EU ILRESPIRO.EU
  Qui sotto, nell'archivio del focus, potete trovare tutti gli articoli...
ILRESPIRO.EU ILRESPIRO.EU
 In particolare, nell'archivio del focus sono raccolte le puntate...
Senza cartello: a rischio e pericolo per i platani patriarchi Senza cartello: a rischio e pericolo per i platani patriarchi
 Secondo voi, il signore gentile e l'incantevole bambina avrebbero mai...
Sogni d'oro Sogni d'oro
 Chi di noi può permetterselo? Probabilmente nemmeno lui, cos&...
Fino all'ultima goccia Fino all'ultima goccia
 Si svolge a Roma il Forum Nazionale sull’Acqua  18 - 19 ottobre...
[Archivio Focus]
La vita degli altri
Copyright 2010 - www.ilrespiro.eu | privacy