IL BALENOTTERO DI ENZO MAIORCA ovvero SENTIRE IL CUORE DEL MARE
In una puntata precedente di questa rubrica ho raccontato come fu che il re del mare, Enzo Maiorca, il primo campione mondiale di immersione in apnea sceso sotto i 100 metri di profondità e pescatore subacqueo dal 1956, abbia all'improvviso nel 1967 smesso di uccidere.
Proprio quell'anno infatti gli accadde di toccare col palmo della mano il corpo del pesce, una grossa cernia, che stava cacciando.
Sul palmo ci sono molti terminali nervosi, è un luogo che sente fortemente, che riceve e passa le emozioni: vi passa il senso di contatto e di sicurezza ricevuto dal bimbo tenuto per mano dalla madre, vi passa la corrente d'amore tra gli amanti.
Col palmo Maiorca sentì il battito fortissimo di un cuore terrorizzato, il cuore della cernia: si risvegliò alla verità del dolore che stava procurando a un essere vivente che aveva un cuore come lui, che provava paura e voglia di vivere come lui, e da allora depose per sempre il fucile subacqueo.
In un'altra occasione, Enzo favorì direttamente la continuazione della vita nell'adorato mare, e non solo trasmettendo la passione alle due figlie, entrambe campionesse come il padre in apnea profonda, e ai cinque nipoti. Fu nel 1980. Alla giornalista Luisella Berti ha raccontato così:
"Ero con le mie figlie, Patrizia e Rossana. Ci trovavamo fuori Siracusa in barca. All'improvviso sentimmo un roteare convulso di un animale marino intorno alla barca. Guardammo in mare: era un delfino.
"Solitamente i delfini trasmettono nell'uomo una sorta di felicità di vivere. Però quella volta quel delfino ci comunicò un'ansia terribile. Muniti di pinne, maschera e coltello ci catapultammo in mare. Il delfino non si spaventò, anzi sembrava apprezzare.
"Quando ci avvicinammo a lui vedemmo qualcosa che assomigliava a un fagotto grigiastro. Dopo un'ultima profonda inspirazione ci immergemmo e vedemmo che si trattava di un altro delfino intrappolato nelle maglie di una spadara e iniziammo subito a tagliarla per liberarlo. Era un delfino femmina che, appena libera, con uno spruzzo sanguigno e schiumoso, partorì un delfinotto.
"Il delfino, che voglio credere sia stato il papà, accompagnò il delfinotto alle mammelle gonfie di latte della madre.
"E' stata un'esperienza incredibile".
La rubrica di Luciana Marinangeli per Il Respiro