Attori, politici, scrittori, hanno giustamente manifestato a Pantelleria contro la sinistra eventualità che si trivelli il mare in cerca di petrolio, con il rischio di disastri ambientali di cui abbiamo recenti e catastrofici esempi in giro per il mondo.
A Roma e a Milano, ma non solo, comitati cittadini assai variegati sono insorti, di volta in volta, contro le concessioni a parcheggi interrati e conseguenti licenze ad abbattere alberi.
Quando la distruzione, il pericolo, l'abuso, entrano in casa, ci mobilitiamo. Scendiamo in piazza, ci arrabbiamo. L'uomo della strada e il divo: fratelli nella battaglia del diritto alla tutela dello spazio vitale, del territorio, della bellezza.
Talvolta soccombiamo, altre riusciamo a far valere le nostre ragioni; siamo comunque insieme, partecipi e attivi.
Quanto ancora proprio non ci riesce, è guardare la questione nell'insieme.
Considerare che, oltre il nostro giardino e la nostra spiaggia, nulla nella politica del nostro Paese, e da tanto tempo, sembra tutelare il bene primario della collettività: il luogo in cui viviamo.
Indifferenza, favoritismi, canaglierie, nemmeno ci fanno più impressione.
Ogni trivella in realtà, ogni spiaggia, ogni albero, ogni parcheggio, fa parte di un insieme, e noi non dobbiamo dimenticarlo.
Oltre alla singola nostra battaglia, è al sistema che dobbiamo puntare, poiché esso le riflette una ad una, e nel suo cambiamento sta la nostra autentica sfida. E la nostra speranza.