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IL PAESAGGIO E' UNO STATO D'ANIMO - Parlare di natura a Pinocchio tornato a scuola

  Quella del rientro a scuola è una magnifica occasione per migliorare le sorti di questo difficile mondo e della sua natura, supremo bene comune. La scuola è un posto dove gli adulti passano la loro ricchezza, i beni culturali, ossia le cose che l'uomo in tanti e tanti secoli della sua vita ha fatto e conosciuto, il suo tesoro di esperienze, al loro erede.
  Il primo settembre Geppetto, dopo essersi debitamente preoccupato dello zainetto e dei libri, deve  poter dire al suo principe ereditario, a Pinocchio:
 
"Pinocchio, tu sei la staffetta a cui io passo il testimone della mia ricchezza, tutto il tesoro di sapere e  dei millenni, perché esso non vada perduto e tu possa darlo a tua volta a tuo figlio. Per questo ti mando a scuola; perché la scuola è un posto dove l'adulto, noi adulti, passiamo potere al giovane, a voi ragazzi. L'informazione è potere,  orientamento sulle cose. Noi, passandovi informazione, vi passiamo potere, orientamento sulle cose. Voi siete i nostri principi ereditari; a scuola noi vi porgiamo lo scettro e il mantello, affinché siate futuri re.
   Forse un giorno ci sarà un'informazione più democratica, senza voti e senza giudizi, come quella che dà Internet, e ancora su Internet vanno fatte tutte le regole, ma sarà ugualmente utile andare a scuola, perché la Rete non può sostituire il tuo corpo e la realtà degli altri corpi, dei tuoi compagni riuniti con te in un luogo.
  Forse allora la scuola diventerà quello che dovrebbe essere, una palestra per addestrarsi  a vivere insieme con persone diverse da te. Forse allora gli insegnanti diventeranno quello che dovrebbero essere, degli operatori sociali, degli psicopedagogisti, come Socrate con i suoi discepoli: maestri di vita.
 
Ma cosa vede Pinocchio il primo giorno  a scuola? Simpatico spettacolo, molto accogliente: nel novanta per cento dei casi troviamo banchi vecchi, malconci, ancora istoriati dall'anno precedente con messaggi irriferibili a funereo pennarello. Finestre con vetri rotti o sporchi, pareti dai brutti colori e con ancora più brutti vandalismi, pezzi di scotch appiccicati ovunque. E carte che pendono, e buchi senza chiodi. Lampadine sudice, senza mai l'ombra di un paralume. Livide luci al neon accese  giorno e notte alla faccia del riscaldamento globale e dei soldi dei cittadini che poi non trovano i servizi essenziali quando hanno bisogno di ospedali e assistenza ai disabili. Niente gesso, niente per cancellare. Non una pianta sul davanzale.
 
Io affermo che in queste condizioni non si deve attaccare con l'appello e la lezione come niente fosse. Sarebbe ipocrisia, freddezza, insegnamento a non badare a quello che c'è intorno e ha bisogno di intervento, fin dall'inizio. Io affermo che la prima cosa da fare, il primo contatto giusto, che poi eviterà molti motivi di disagio - perché i detenuti non sono indisciplinati  e non salgono sul tetto quando la prigione è abitabile - è quello di parlare insieme della situazione dell'aula come la si è trovata qui ed ora, di condividere apertamente e chiaramente lo stupore esterefatto di fronte alla condizione in cui ci si ritrova, dimenticati regolarmente da Preside, Provincia, Provveditore e Ministro.
 
Non si "abbozza", insegnando così a non abbozzare , a non subire, di fronte alle cose brutte, alle crudeltà contro esseri umani, animali, piante, luoghi e oggetti. Se si ha coraggio si va alla Provincia, al Provveditorato, al Preside. Si chiede il permesso di rinfrescare noi l'aula; é facile farlo quando si è in tanti, facile e bellissimo: i ragazzi sanno organizzarsi in un attimo, con tute, giornali, guanti e pennellesse, salendo sui banchi e alternandosi nel lavoro. Guarda come lavora bene Giovanni, sempre in fondo a ciondolare e a prendere tre.
 
Che l'insegnante partecipi coordinando e dando una mano.
 
Occorre poi una trovata per far restare pulito tutto l'anno.
  Ebbene, l'unica trovata sempre efficace è la bellezza."La bellezza salverà il mondo", è stato detto. Infatti: l'aula di una certa classe di  scuola serale, quella dove vanno gli studenti lavoratori, gente meravigliosa che resiste alla fatica di tutta una giornata pur di imparare e migliorarsi, e magari la testa gli cade sul banco, ma resistono e vogliono continuare a imparare, questa classe si salvò dal vandalismo dei giovani bisonti del mattino perché, oltre che ridipingerla in un colore gradevole e scrivere un messaggio sulla lavagna per i ragazzi del mattino, dicendo che i serali avevano ridipinto i muri nonostante la fatica, perché avevano bisogno di dignità e di bellezza, gli studenti serali ornarono i muri con un paio di fiorellini fatti a
stencil. Solo due roselline, ma così belle nella loro insolita grazia, che quell'aula restò ragionevolmente pulita e rispettata fino alla fine dell'anno. Sia nel corso della mattina che fra i serali non si verificarono episodi eclatanti di indisciplina. La studentessa che portò lo stencil per donare bellezza all'aula era Tanja Jerovsek, badante.
 
Guardare quello che c'è qui ed ora, primo passo per usarlo rettamente e migliorarlo se necessario, si il dottor Freud lo chiama principio di realtà. Io lo chiamo principio di salvezza - ce ne sono altri. Se non vedo quello che ho intorno non mi accorgo della potenziale ricchezza che mi circonda: ricchezza anche di necessità, di scelte primarie. Ci sono delle priorità sempre, a ogni passo; e la prima priorità è il nostro corpo, quello che c'è dentro e quello che c'è fuori , la natura dentro e fuori. Bisogna tornare a occuparsi delle prime necessità: dei bisogni fisici e affettivi della terra e di noi. Poi del resto.
 
Perciò, che tu lettore sia genitore o Preside o insegnante o personale scolastico o fratello maggiore che accompagna il piccolo allievo a scuola: porta a scuola assieme a lui una pianta in vaso, che lui la innaffi. E, presto, chiedi che nella scuola si faccia la benemerita Festa degli Alberi, dove i ragazzi vanno fuori a piantare un arbusto fiorito: perché un ragazzo che pianta un albero non sarà mai un vandalo o un dispregiatore della vita, propria e altrui, e saprà fare un gesto nuovo quando gli altri resteranno pigramente nel vecchio.
 
Con i miei auguri di buon anno scolastico, o lettore.

 

P.S. Parte di questa puntata è tratta dal mio libro "Parlare con Pinocchio. Come comunicare con i bambini perché crescano sereni" pubblicato dalla  Bompiani.


La rubrica di Luciana Marinangeli per il Respiro



Luciana Marinangeli e' scrittrice, francesista e presidente dell'Associazione l'Alberata

Data: 30/08/2010
Autore: LUCIANA MARINANGELI
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