Quando gli alberi di città, i nostri preziosi alberi, vengono sfregiati o abbattuti dalla scelleratezza delle amministrazioni, ci disperiamo. Ma non sempre, nel vivere quotidiano, diamo prova di quella tolleranza e quell'amore necessari a renderli intoccabili.
C'è infatti chi si lamenta perché le fronde degli esemplari più alti danneggiano i cornicioni, chi sostiene che portano gli insetti in casa, chi protesta per le foglie, chi per gli uccelli che vi trovano rifugio e poi sporcano le auto in sosta. Altri ancora, gli inquilini dei piani bassi, sono scontenti perché il magnifico gigante toglie luce e stravolge il breve orizzonte urbano.
Sta anche a noi, insomma, comprendere che gli alberi non sono nati per crescere in mezzo all'asfalto e al cemento; ciò nonostante riescono a vivere e a esprimersi. A trovare un compromesso, regalandoci ombra, pulizia e bellezza. Sta a noi interpretare quelle che ci appaiono imperfezioni come doni, e difenderli sempre, uno ad uno.