Il 17 settembre è nata a Roma una originale associazione per la riabilitazione del gatto nero, troppo spesso oggetto di paura superstiziosa e di riti satanici. Nel mondo ci sono tanti innamorati della setosa fluida bellezza di questo magnifico felino quanto sono altrettanto numerosi i suoi avversari, aridi nemici dei propri istinti che vedono nella libertà e nell'autonomia del gatto ciò di cui hanno paura in se stessi, come hanno paura del proprio inconscio - "nero", invisibile, come il gatto nero, dando retta alle interpretazioni regressive di Freud sullla negatività dell'inconscio, "nera marea di fango", mentre Jung sapeva vedere proprio nell'inconscio la fonte di ogni ricchezza e potenzialità vitale. Non a caso lo psicologo svizzero, un robusto contadino che amava vivere all'aperto e osservava la natura e la vita degli animali, in una occasione prese ad esempio una nidiata di gattini per spiegare come il tempo e la stagione influenzassero profondamente il carattere di chi nasce in un dato luogo e in un dato momento dell'anno. E a Parigi lo spirito creativo degli artisti più prestigiosi, da Toulouse-Lautrec a Picasso ad Aristide Bruant, faceva loro scegliere come luogo di riunione un celebre cabaret intitolato al gatto nero, Le Chat Noir, appunto.
Quella valutazione positiva e negativa insieme, forse dovuta al suo atteggiamento dolce e al tempo stesso sornione, si trova nelle credenze e nei miti relativi al gatto.
In India ci sono statue di gatti asceti che rappresentano la beatitudine del mondo animale, perfetto in se stesso, non tormentato da Super-Io e da modelli astratti di comportamento.
In Cina il gatto è un animale benevolo e il suo atteggiamento veniva mimato nelle danze agrarie assieme al suo fratello maggiore, il leopardo. In Egitto il gatto divino rappresentava la benefica dea Bastet, e ogni tempio aveva la sua razza di gatto la cui immagine appariva sulla medaglietta che veniva data a ogni neonato .
Nella tradizione musulmana il gatto possiede "Baraka", qualità magiche, e ha sette vite. In Persia è vietato tormentare un gatto nero perchè esso è il genio nato insieme a ogni uomo per tenergli compagnia.
Nell'interpretazione jughiana dei sogni il gatto è il tipico animale femminile e appare quando il sognatore ha bisogno di prende coscienza del suo lato libero, non influenzabile e capace di cambiare atteggiamento verso le persone e le cose.
La persecuzione del gatto nero, legato alla notte, il momento femminile della giornata - "tenera è la notte", dice Keats - sottintende la tentazione misogina sempre presente nell'animo maschile, sempre segretamente timoroso della libertà e della forza della donna.
In Inghilterra, paese di due grandi regine dove le donne hanno accesso alle cariche ecclesiastiche, il gatto nero è amatissimo e una gattina nera viene regalata come portafortuna a ogni ragazza che entra nella sua nuova casa.
Ma non abbiamo bisogno di giustificazioni storiche e colte per riaffermare il diritto alla vita del gatto nero se, semplicemente , ricordiamo qualcosa che è valido per ogni essere vivente: e cioè che nè il gatto nè chiunque esiste sotto la volta stellata ha bisogno di dimostrare di essere utile, bello, meritevole, OK.
Tutto ciò che esiste, dal gatto a te che leggi, caro lettore, è già OK , perchè è vivo: ha ricevuto l'unico OK che conta, quello della Vita, l'unica intitolata a dare l'unico permesso fondamentale.
E' vivo, e tanto basta, non deve dimostrare niente a nessuno, è vivo e ha diritto a tutte le cose buone e belle della vita.
Io auspico che questo che è per me un augurio fondamentale, porti un po' di dolcezza a un mondo troppo affannato a dimostrare i propri meriti, dimenticando che è già meritevole, che possiede già l'unico requisito necessario: è vivo e tanto basta.
Oh, la dea gatta si chiamava Bastet... scusate il piccolo gioco.
La rubrica di Luciana Marinangeli per Il Respiro
Luciana Marinangeli e' scrittrice, francesista e presidente dell'Associazione l'Alberata