In ricorrenza con una data luttuosa, quel 9 ottobre del 1963 in cui il prevedibile crollo della diga del Vajont determinò la morte di oltre 1900 persone, è stato stabilito di dedicare una giornata alla commemorazione delle vittime dei disastri ambientali causati dall'incuria umana.
La tristemente celebre frana del monte Toc nel lago artificiale davanti Longarone e Castellavazzo, in provincia di Belluno, sollevò un'onda di 300 milioni di mc d'acqua, che seminò ovunque distruzione. Seguì un'inchiesta giudiziaria, con un processo che conobbe tre fasi. Iniziato il 25 novembre 1968, si concluse il 25 marzo 1971 con il riconoscimento della responsabilità penale per la prevedibilità della catastrofe e per omicidi colposi plurimi.
Proprio in questi giorni, nei pressi di Ajkai, in Ungheria, a causa della rottura dell'argine del deposito di un'industria siderurgica, un fiume di fango rosso alto più di un metro e contenente metalli pesanti sta avanzando verso il Danubio.
Dall'impianto, che produce bauxite, sono già fuoriusciti 700mila metri cubi di fango alcalino altamente tossici, che per ora hanno sommerso 40 km quadrati causando ufficialmente quattro morti, sette dispersi e imponenti devastazioni ambientali e zoologiche.
Qualora l'onda fangosa dovesse raggiungere il Danubio, si verificherebbe un'autentica tragedia per l'incolumità di persone e biodiversità.
Non possiamo ancora lasciarci alle spalle la marea nera del Golfo del Messico, scaturita da un pozzo petrolifero danneggiato; ovunque ci volgiamo le industrie attentano all'incomunità della nostra casa: il pianeta.
Su questi argomenti vale la pena di informarsi, ragionare a fondo e incominciare a capire dove rivolgere il nostro dissenso, o la nostra adesione. Non possiamo più pensare che i nostri governanti prendano alla leggera la tutela del territorio, dell'ambiente, della nostra incolumità e salute, né che siano invariabilmente proni alle logiche delle grandi industrie.
Dovuto un giorno di commemorazione. Ma serve anche la propositività. Niente più vittime o catastrofi, piuttosto, ferma applicazione delle leggi esistenti, coscienza e educazione.
Comunque la pensiamo, si tratta del tema più trasversale e universale che possa esistere: la nostra sopravvivenza.