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IL PAESAGGIO E' UNO STATO D'ANIMO - Proteggere la dignità e la speranza
Luciana Marinangeli e' scrittrice, francesista e presidente dell'Associazione l'Alberata

      Mi è capitato oggi di osservare da vicino il percorso di salvezza di una persona sensibile di mia conoscenza che negli ultimi giorni si è trovata costretta a un corpo a corpo  davvero frontale con la disperazione, la perdita della speranza non solo per la sua vita ma per la vita di tutti, la vita del pianeta e degli alberi e degli animali.
 
Era luna piena e la luna piena, si sa, fa vedere chiaro, anche dentro di sè, anche intorno a sè. Questa luna negli ultimi giorni aveva illuminato in pieno la capacità umana  di mediocrità, di ostilità sempre rinascente,  di errore e di orrore: delitti insopportabili, abusi di potenti senza  più faccia, epidemie di malattie medievali, trionfi mediatici di volgarità.
 
Ho visto quella persona sensibile far fatica ad alzarsi la mattina, forzarsi per uscire di casa e vagabondare lentamente in uno stato di infelicità senza desideri, nonostante il sole ancora ottobrino e la vivacità delle strade.In un mercatino delle pulci dove di solito trovava molti spunti di interesse solo una statuetta di un bambino con un cane aveva attirato per un attimo il suo sguardo grigio.
 
Poi c'è stata la riscossa. Vi racconterò come è andata.
 
Quella persona, che chiamerò Marzia, sul finire del suo vagabondare, tornando a casa si è trovata a passare vicino a un grande platano . Un albero vigoroso, magnifico, un gigante che lancia a grande altezza i suoi  rami grossi come tronchi. Una meraviglia.
 
Ma cosa c'era ai suoi piedi ? Un grande cumulo di piatti e posate di plastica sporchi di cibo, buttati lì regolarmente da una Comunità benefica che non nomino e che ogni giorno a Roma serve 1500 pasti ad altrettanti bisognosi, emarginati, barboni, stranieri in difficoltà, negli ultimi tempi anche italiani ritornati poveri. Brava l'Associazione, che  è generosamente protetta dal Comune di Roma. 
 
Negli ultimi tempi gli ambienti della Comunità sono stati tutti rimessi a nuovo, tutto è risistemato e pulitissimo. Ma al momento di levare i rifiuti il posto dove scaricarli senza badare a come e dove sono deposti è sempre lo stesso: il riquadro di terra regolamentare ai piedi del grande albero, in una esposizione disgustosa: una piccola discarica, appunto, e piccola non vuol dire non importante.
  Ama il prossimo tuo, sì, e non solo quello per cui sei convenzionato con il Comune, ma anche l'altro prossimo, quello per strada, quello del quartiere che ti ospita e che ospita i 1500 disperati.
 
Ho visto la persona sensibile, Marzia, quasi ruggire dalla rabbia. 
 
E' una che ama il suo quartiere, che ci è venuta ad abitare molto tempo fa per la sua bellezza e la sua storia. La rabbia copre la tristezza, si sa. Marzia aveva imparato a non prendersela con qualcuno ma a fare qualcosa per la sua tristezza. Allora è andata a casa e ne è tornata con spago, forbici e due cartelli artigianali, scritti a grosso pennarello rosso e nero.
  Il primo diceva:
 
  "
SONO UN ALBERO, NON UN CASSONETTO"

  
e intorno alla parola "albero" c'era una nuvola verde: la chioma. 

  L'altro cartello diceva: 

  "L'ART. 2 E  46-48 DEL REGOLAMENTO DI POLIZIA URBANA VIETANO DI DEPORRE QUALSIASI COSA E IN PARTICOLARE RIFIUTI SULLA ZONA DI TERRA AI PIEDI DEGLI ALBERI. TALE ZONA DEVE RESTARE SEMPRE LIBERA PER PERMETTERE ALLA TERRA DI RESPIRARE E DI RICEVERE LA PIOGGIA NECESSARIA PER L'ALBERO".

  E poi sotto: "RISPETTA GLI ALBERI, NECESSARI ALLA VITA, E RISPETTA IL DECORO DELLA STRADA. Firmato: I CITTADINI DEL QUARTIERE".

   Ho visto la furente Marzia calmarsi un po' man mano che legava lo spago al tronco, che attaccava il primo cartello, ed ecco tre passanti che si fermano, leggono ed offrono consolazione ed aiuto approvando e dando una mano per attaccare anche il secondo messaggio.
  Ecco Marzia alla fine andarsene via baldanzosa, e trovare pure la forza di convertire alla pulizia e al rispetto stradale e arboreo il fruttivendolo extracomunitario dietro l'angolo che ha appena buttato senza un pensiero le sue cassette e i suoi rifiuti vegetali su un altro povero albero,  molto più piccolo dell'altro - ma piccolo non vuol dire non importante -.
 
Il movimento alza la serotonina, l'umore: ecco Marzia sollevata.
  Come ha fatto? Come può fare  l'ambientalista sensibile, che vede tanti motivi di  sconforto intorno a sé a non perdere la fiducia?
    
  Marzia la fiducia  se l'è costruita: con la fantasia, letteralmente con la fantasia. Ha inventato un cartello, un testo, un gesto.
  La fiducia bisogna inventarsela, bisogna guardare il mondo non come lo si vede, ma nelle sue potenzialità positive: guardarlo con un film davanti agli occhi, un film dove lo vediamo  - lo sognamo - giusto, bello, respirabile, civile. La vita stessa  allora ci aiuta, cospira con noi, ci sostiene, se ci muoviamo verso questa bellezza. E ci aiuti il ricordare, con Biagio Marin, grande poeta contemporaneo amato da Pasolini, che

       Il sole, la luce, l'acqua e il pane
      
valgon la pena del combattimento.

   Un combattimento che protegga la dignità del vivere e la speranza.
   Ed è ora che si smetta di insegnare ai giovani le povere cose grossolane che dannosamente sovrabbondano intorno a noi:
  "
Fatti furbo", "Non fidarti di nessuno","E' tutto uno schifo", "Sono tutti ladri", che si traducono in disprezzo e disattenzione per ciò che ci circonda.  NO! la vita è molto più ricca, molto più grande, molto più luminosa di queste povertà.
 
E' logico e naturale che l'Occidente, afflitto da un pervasivo senso di colpa, tenda a trasmettere una visione svalutante dell'Universo e della natura umana: ma possiamo trovare in altre culture, per esempio nella cultura cinese tradizionale, consigli etici che proteggono la dignità e la speranza. Certamente i cinesi moderni devono ancora imparare da noi il rispetto dei diritti degli uomini e degli altri animali, il Tao Te Ching, Libro della Norma, scritto da Lao-Tzu, un misterioso funzionario degli imperatori Chu, vissuto nel prodigioso sesto secolo avanti Cristo, coerente con la visione del mondo della  Cina, basata sulla fiducia nella natura e nella natura umana, insegnava per esempio che:
 
- il corso della natura è scorrevole come l'acqua, ed è l'acqua che deve servirci da modello di comportamento: come l'acqua, è bene tenersi in basso, aderenti alle cose terrestri; come l'acqua, seguire la via della minore resistenza e aggirare l'ostacolo senza forzarlo, rinunciando alle cose impossibili: tendere senza pretendere, desiderare, sì, le cose, ma poi seguire il fiumiciattolo della vita, che va dove vuole;
 
- "nel produrre e nell'allevare, produrre e non possedere, produrre e non conservare, accrescere e non padroneggiare";
 
 - è bene mettere in discussione il normale buon senso e fare la cosa per cui si è portati senza dare troppa importanza alle regole formali;
 
  - la vita è un circolo, se vuoi qualcosa dalla vita, mettila tu per primo in circolo;
 
- andare con la corrente, e invece di spezzarsi per non piegarsi, piegarsi e non spezzarsi;
 
- tutto va e viene, vita e morte,fortuna e sfortuna, senza fine, bianco e nero sono interdipendenti, possiamo godere il bene proprio perché conosciamo il male;
 
- "non c'è male peggiore / che quello di non sapersi contentare": il male è credere di dover sempre stare in un progresso continuo, in una acquisività eterna, il volere per sé e per  propri cari e per il mondo sempre il Sole e mai la Luna;
 
- rispetta le cose piccole: piccolo non significa non importante; 

   
un albero che appena s'abbraccia/ nacque d'una radice come un pelo,/ una torre a nove piani/ incominciò da un cumulo di terra/ e un viaggio lungo mille miglia/ incominciò dal fare un passo solo.

 Era solo un cartello su un albero. Intanto Marzia ha ripreso energia e speranza. Ti racconterò il seguito della storia, o lettore, se mi fai un cenno di gradimento.

La rubrica di Luciana Marinangeli per Il Respiro

Data: 25/10/2010
Autore: LUCIANA MARINANGELI
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