Qual è la linea di confine fra la legittima e sensata fruizione di un parco, che e' un luogo pubblico e giustamente a disposizione di tutti, e quanto è al contrario inopportuno?
Perché in fondo un evento come quello che si è svolto per tutta la giornata di sabato a Piazza di Siena, nel cuore di Villa Borghese, radunando migliaia di ragazzini dell'Azione Cattolica con le loro famiglie (senz'altro ben più rispettosi della pulizia e tranquilli rispetto alle folle che li hanno preceduti per assistere ai concerti di Renato Zero o alle partite dei Mondiali di Calcio) dovrebbe nuocere all'ambiente? E, al di là del caso specifico, cosa c'è di male se le amministrazioni - in tutta Italia - affittano i parchi per eventi privati, ricavandone denaro?
E' presto detto.
I parchi municipali appartengono ai cittadini e molto spesso costituiscono l'unica fonte di verde, quiete e ristoro all'interno di contesti urbani sempre più inquinati, caotici e aggressivi.
Le cifre che possono ricavarsi dalla loro locazione per una giornata - cessione di suolo pubblico - sono irrisorie, né mai vengono investite in favore del parco stesso, con opere di incremento e conservazione della flora e della fauna.
Quello che invece ha valore nella concessione, per gli amministratori, è il favore politico che ne deriva: nulla dunque che possa interessare o portare bene alla collettività.
Tali eventi infatti, soprattutto reiterati, hanno un impatto spaventoso sulle nostre ville e i nostri giardini. Sia nella fase preliminare, che comporta le operazioni di trasporto, montaggio e messa in opera di palchi, altoparlanti, talvolta interi villaggi. Sia nello svolgersi stesso della manifestazione - in certi casi di breve durata, in altri lunga giorni o settimane. Sia infine nella smobilitazione, inevitabilmente sciatta, che lascia dietro di sé danni, sporcizia e desolazione.
L'esterofilia è fastidiosa. Siamo italiani, nel bene e nel male.
Ma farsi un giretto a Parigi nei giardini delle Tuileries, o ancor meglio passeggiare nei giardini di Kensington a Londra, a Hyde Park dove frotte di giardinieri esperti ogni giorno si affaccendano intorno a siepi e fiori, fa bene all'anima. Salvo al momento di rimpatriare.
Investire nella cura dei parchi urbani non è un caso, non è un di più. Sono luoghi preziosi, necessari. Specchi delle città, del nostro modo di essere. Abbiamo diritto che il nostro parco sia ben custodito, e non ceduto per qualsiasi fiera, come fosse uno stadio. E se questo accade, dobbiamo indignarci.