Lo spazio, alla maggior parte degli effetti, ci offre le più varie occasioni di convivenza. In un grande prato, ci ritroviamo a essere gatti o cavalli con uguale disinvoltura, purché ci sia erba per tutti. E poco importa se alcuni nell'erba inseguono le lucertole, altri invece ne fanno la propria mensa e anche, all'occorrenza, un materasso.
Sono gli spazi naturali, la campagna, i parchi, i boschi, le alberate cittadine, a conferirci queste possibilità.
La cementificazione, la distruzione delle distanze e dei luoghi, la costrizione a una convivenza in posti angusti e innaturali, è la madre del disagio, dell'incomprensione e dell'intolleranza.