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Musica marina a Donna Nook

  Donna Nook, tratto di costa sabbiosa sul Mare del Nord inglese a due miglia da North Somercotes, nel Lincolnshire, è una riserva naturale gestita dal Lincolnshire Wildlife Trust. Una tipica spiaggia del Nord Europa, con le sue affascinanti tinte cupe che talvolta si aprono in brillanti squarci di colore e il profilo continuamente rimodellato da venti e maree. Tra estate ed inverno, la spiaggia si popola di quasi 250 specie di uccelli, pettegole, fanelli, zigoli gialli, gufi di palude, beccacce di mare, grandi stormi di oche.
 
Ma è nella tarda stagione autunnale, nei mesi di novembre e dicembre, che Donna Nook vive il suo spettacolo più straordinario. Centinaia di foche grigie (Halichoerus griphus) e di foche comuni (Phoca vitulina) invadono il litorale, trasformandolo in colonia riproduttiva e ben presto in un’enorme nursery selvatica. In questi giorni di fine 2010, trecento maschi (bulls) e mille femmine (cows) hanno già dato alla luce più di novecento cuccioli (pups). I volontari del Lincolnshire Wildlife Trust, che montano costantemente la guardia, hanno segnato un sentiero lungo le duna che permette a chiunque di assistere, da due passi, all’evento. Le foche adulte sono disseminate per tutta la spiaggia ma i piccoli, e molte madri, si addossano al sentiero, nelle zone più asciutte, lontani dall’onda della marea, tra il fango e la bassa vegetazione dunale. Sono a cinque metri, a due metri, a venti centimetri da te. Qualcuno allatta, qualcun altro dorme, altri ancora seguono con un po’ di riluttanza la madre che scivola sui rivoli lasciati dalle mareggiate o sulle pozzanghere d’acqua piovane. Molti sono ancora ricoperti di placenta, gli occhi semichiusi e il pelo arruffato, macchiato di sangue. Non è infrequente che qualcuno nasca lì, dinanzi al tuo sguardo stupito.
 
Donna Nook è un’esperienza naturalistica, sensoriale ed emotiva. La spiaggia mattutina è sferzata da un vento gelido che trasforma il nevischio in minuscoli e pungenti spilli.
  Per via del wind chill, la temperatura percepita crolla a cinque, dieci gradi sotto zero. Eppure non vorresti andare mai via. Osserveresti per ore la premura delle madri, gli allattamenti e le pratiche di pulizia dei piccoli, gli scontri furiosi tra i possenti maschi, le lente ma determinate dinamiche di gruppo. C’è una vita intensa e dettagliata dietro l’ingannevole calma della colonia di foche.
 
Donna Nook è anche un evento musicale. I versi lamentosi delle foche si sovrappongono l’un l’altro, a decine, quasi a formare un’opera contemporanea che solo in apparenza è anarchica e slegata. I piccoli piangono o sbadigliano o protestano, e comunque cantano. E’ un lamento marino, un coro terra-oceanico che fa da adeguata colonna sonora all’oscuro novembre del Nord.
 
Ma Donna Nook è anche un’esperienza di pensiero. Incontri lo sguardo del cucciolo, lo fissi negli occhi neri, lui fissa te, e per un istante ti pare di aver stabilito una comunicazione. E certamente è così: stai comunicando. Eppure, l’idea sensazione che presto subentra, e che prende il sopravvento, è quella di una distanza per tanti versi non colmabile. Guardi il cucciolo e lo averti come altro, come qualcosa di lontano. Senti che quell’animale non ti appartiene, che seguirà altre strade, batterà altre spiagge, nuoterà nei mari, risponderà a sue leggi. Senti che quell’animale, per cui provi tenerezza, interesse, è un essere libero, destinato alla propria storia. E’ una sensazione di lieve malinconia ma soprattutto di grande benessere e libertà. Una benefica sensazione di depotenziamento che corregge, benché parzialmente, la tua insaziabile smania di possesso.
 
Inserite da tempo nella lista Rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), le foche sono specie generalmente in declino, causato principalmente dalla persecuzione diretta. Da un lato, la caccia tradizionale o per ragioni alimentari (soprattutto nei paesi più a nord come la Groenlandia), dall’altro i massici e talvolta feroci abbattimenti da parte dei pescatori, che vedono nelle foche, nelle otarie, nei leoni marini dei competitors, dei meri ladri di pesci. Persecuzione antica, la guerra alle foche, arricchitasi negli ultimi decenni di risvolti consumistici. Gli accordi e le convenzioni internazionali hanno arginato non poco il fenomeno (cui va aggiunto il grave problema della perdita di molti siti riproduttivi, reali o potenziali) ma senza debellarlo, visto che ancora oggi sono vari i Paesi che tentano ciclicamente un passo indietro e nuove stagioni di abbattimenti.
 
La tentazione è pensare che il coro lamentoso di Donna Nook serva anche a questo: a commentare certe pochezze socio-culturali umane, esaltandole nel loro lato triste. E tuttavia sarebbe una lettura tutta retorica, una proiezione indebita, una piccola forma di violenza anche questa. Facciamoci bastare quegli sguardi, quella vita e quella musica, lasciando semplicemente che esistano, a Donna Nook o dovunque.


E2- ECOLOGISMO SECONDA FASE
La rubrica di Danilo Selvaggi per Il Respiro


Danilo Selvaggi e' responsabile dei Rapporti Istituzionali della LIPU-Birdlife Italia; si occupa di cultura ecologica, arte e societa'


Data: 29/11/2010
Autore: DANILO SELVAGGI
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