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Perché è importante avere arboreti anche in Italia
L'arboreto di Arco in Trentino

  Gli arboreti possono essere definiti come “collezioni di piante arboree ed arbustive nate a partire dal XVIII secolo per scopi ornamentali e scientifici".
  In base alle funzioni che svolgono se ne possono oggi distinguere diverse tipologie: gli arboreti da collezione, che raccolgono un elevato numero di specie seguendo criteri prevalentemente estetici; gli arboreti forestali, più strettamente orientati alla ricerca e alla conservazione; gli arboreti ecologici, o quelli cosiddetti “specializzati”, che ospitano collezioni di piante appartenenti ad un unico genere come i “Castaneta”, i “Populeta” e gli “Eucalypteta”.
 
Cosa è, perciò, che differenzia gli arboreti dai giardini botanici? In linea generale si definisce giardino botanico un luogo pubblico dove le piante sono coltivate sia per mostra, sia per scopi scientifici. I giardini botanici raccolgono e coltivano piante provenienti da ogni parte del mondo, conducono ricerche di miglioramento genetico e mantengono biblioteche ed erbari. I giardini botanici possono essere anche intesi come raccolte di piante rappresentative e tassonomicamente identificate, ma in genere disposte secondo canoni estetici non vincolati alla organizzazione sistematica, ecologica o fitogeografica che caratterizzano i veri e propri orti botanici.
  Questi ultimi possono essere considerati strutture museali nelle quali sono esposte piante vive, ambientate all’aperto, oppure coltivate in serra, la cui scelta è avvenuta sulla base di un discorso culturale, di carattere scientifico.
 
Un arboreto è, quindi, un giardino botanico dedicato principalmente alle specie legnose, le quali sono spesso disposte in gruppi caratterizzati da habitat originari o esigenze colturali simili come, ad esempio, giardini rocciosi, giardini desertici, giardini acquatici, giardini tropicali.
  
Gli arboreti possono esercitare innumerevoli funzioni nella società moderna, che vanno dalla ricreazione fisica, al piacere visivo, alla didattica, fino alla funzione di laboratorio vivente per le ricerche scientifiche di settore, ed il loro successo dipende dalla misura in cui queste varie funzioni sono combinate fra di loro.
 
A tal fine è importante l'individuazione di elementi che permettano all'arboreto di essere strettamente interconnesso al tessuto urbano limitrofo e, al contempo, di essere una struttura di richiamo nazionale ed internazionale. Di non minore rilevanza è anche l'individuazione di attività e strutture tali da consentirne un uso continuo dal punto di vista sia temporale (stagioni, fasce orarie, condizioni climatiche), sia delle utenze (fasce di età, classi sociali, nazionalità).
 
È chiaro che, quando un così alto numero di funzioni e finalità devono essere inserite in uno spazio limitato, il progetto deve dare al complesso un senso di unità che costituisca un tutt'uno con l'ambiente circostante. All'interno di questa unità progettuale, dovrà, comunque, esserci una notevole diversità, con una divisione dello spazio ed una serie di composizioni, formanti un insieme di luoghi gradevoli, ciascuno con le proprie peculiarità.
 
Dal punto di vista sia scientifico, sia didattico, gli arboreti rappresentano il luogo ideale per affrontare e approfondire i principali argomenti che fanno capo alla botanica ed alla floricoltura ornamentale grazie alle numerosissime specie di alberi, arbusti ed erbacee perenni sia autoctone, sia provenienti da altri continenti.
  La loro strutturazione, che prevede la creazione di appositi "paesaggi in miniatura", modulari, che ricostruiscono l'ambiente originario in cui le piante vivono e la presenza di numerosi supporti informativi con varie notizie botaniche e curiosità del passato e del presente che possono fornire, al contempo, un approccio scientifico di elevato profilo ed un approccio ludico, svincolato dalla botanica e dall'arboricoltura tradizionali. In questo modo anche i più piccoli (che sono, spesso, le persone che decidono dove condurre le famiglie) sono stimolati a sviluppare le proprie capacità sensoriali nei confronti del mondo vegetale.
  Da non sottovalutare
è il ruolo che gli arboreti possono svolgere nella conservazione della biodiversità; il termine "diversità biotica" o biodiversità, pur essendo di origine alquanto recente, sta conoscendo grossa fortuna tanto da essere ormai utilizzato anche a sproposito. È, comunque, indubbio che, essendo la biodiversità la sorgente da cui sgorga l'evoluzione e l'essenza stessa degli ecosistemi, il suo mantenimento e/o la sua misura stanno alla base della pianificazione del territorio e rappresentano una delle principali finalità degli arboreti. Queste aree, insieme all'istituzione di zone protette in prossimità dei centri abitati, possono contribuire e mantenere attivo il serbatoio da cui attinge, come detto, il processo evolutivo per attuare tutte le modificazioni genetiche e morfologiche che originano nuove specie viventi. La conservazione naturalistica delle piante in pericolo di estinzione o, comunque, con areale di diffusione molto limitato è un ulteriore significativo ruolo degli arboreti.
 
Le funzioni e le finalità di un arboreto possono essere, quindi, varie e, comunque, non devono essere interpretate in modo riduttivo, come se l'arboreto fosse una semplice infrastruttura, un utensile, una normale attrezzatura amorfa e non vivente, cui viene attribuito, dalle persone, un valore estetico, educativo e didattico, ma come un progetto all'interno di un programma più vasto che tenga in dovuta considerazione i rapporti con la città ed il territorio, intesi non solo come insediamenti fisici, ma anche sociali ed economici. Solo in questo modo è possibile, infatti, attivare un processo di elaborazione progettuale capace di implementarsi col tempo e di avere una vita quasi propria: in poche parole una struttura vivente dinamica, esempio di coesistenza delle varie specie in condizioni di equilibrio quasi assoluto, che valorizzi la flora locale senza escludere la possibilità di introdurre nuove specie, introducendo le stesse in funzione del concetto che ogni sistema biologico è organizzato in strutture complesse multidimensionali, in cui evoluzione ed auto-organizzazione sono correlate.

 

  Appare perciò chiaro che il tema dell'arboreto non può essere avulso da un più ampio programma urbanistico che abbia come obiettivo la valorizzazione delle grandi aree urbane, ma che, al contrario, deve costituire un elemento fondamentale nelle future strategie di sviluppo delle aree metropolitane.
 
Ecco perché nelle nostre città, soprattutto quelle più grandi, dove il contatto con la natura è ormai è diventato imperiosa necessità per rigenerare sia il corpo, sia lo spirito, la presenza di arboreti potrebbe contribuire a mitigare gli effetti negativi della vita “urbana” e realizzare una specie “di ritorno alle origini”.

 Francesco Ferrini e' professore di Arboricoltura Urbana e di Parchi e Giardini, Dipartimento Scienze delle Produzioni Vegetali, Suolo e Ambiente Forestale dell'Universita' di Firenze, ed e' presidente della SIA - Societa' Italiana di Arboricoltura
 

Data: 01/12/2010
Autore: FRANCESCO FERRINI
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