Nell'estate 2004, allo scopo di realizzare un parcheggio interrato, il Comune di Roma si appresta ad abbattere una prima fila degli stupendi platani monumentali sul Lungotevere Marzio, e li transenna con un nastro giallo.
Ma in difesa di quegli alberi, 52 da eliminare o mutilare gravemente per far posto alle auto di deputati e senatori (a questi in particolare farebbe logisticamente comodo il garage previsto di 600 posti) benché protetti da vincolo dell'UNESCO che abbraccia il centro storico della Capitale, scende in campo Luciana Marinangeli.
Francesista, scrittrice, insignita di premi come Les Palmes Academiques e Ecole Instrument de Paix, presidente dell'Associazione l'Alberata (già artefice di un'imponente ripiantumazione del quartiere Trastevere negli anni 90) anima una battaglia civica senza precedenti.
In nome del diritto alla custodia del bene pubblico, ma anche in difesa della bellezza, dell'ombra, della vita di creature amiche, il 21 luglio dello stesso anno organizza una manifestazione insieme a Mirella Belvisi per Italia Nostra, Annamaria Procacci, Loredana De Petris allora senatrice dei Verdi, gli Animalisti Italiani, la LAC, il WWF, Colle della Strega, Roberta Ratti per la LIDA e altre importanti associazioni.
Di fronte ai platani si radunano attivisti ma anche cittadini di ogni età. Non ultimo il coro femminile A la Claire Fontaine, che in mezzo a cartelli, striscioni e megafoni intona canzoni francesi.
Le seghe comunali fanno dietrofront, l'opinione pubblica si scuote, sul caso si dibatte anche in Parlamento. I lavori vengono sospesi, a dimostrazione del fatto che la società civile sa e può farsi ascoltare quando occorre.
Quattro anni dopo tuttavia, come estremo regalo a Roma, nel suo ultimo giorno da sindaco Walter Veltroni firma la delibera che consente la realizzazione del famoso parcheggio interrato.
La giunta che gli succede e il sindaco Alemanno condividono appieno le sue posizioni. Solo, credono di cogliere alla sprovvista i cittadini, incominciando da luoghi che non abbiano già conosciuto una simile partecipazione popolare.
Così, ripartono dal Flaminio. Minacciando inizialmente i platani di viale del Vignola, in difesa dei quali il quartiere insorge, e passando ai fatti con quelli di Piazza Gentile da Fabriano, zona tra l'altro a rischio di gravissimi dissesti idrogeologici. Ma ovunque le persone si ribellano e reagiscono, costituendosi in una rete di comitati.
A oggi, nemmeno i platani di Lungotevere Marzio sono in salvo. Solo prudentemente congelati, a causa di quanto accadde quel 21 luglio del 2004.
Un segno netto però, che insegna qualcosa e apre una via.