Il 2011, iniziato da pochi giorni, si apre con una piacevole sorpresa: sarà l’anno dedicato alla tutela e alla conservazione dei pipistrelli. La Convenzione ONU per la conservazione delle specie migratorie, in accordo con l’istituto per la conservazione delle popolazioni di pipistrelli europee (Eurobats), ha deciso di agire per proteggere le oltre 1.000 specie di chirotteri esistenti nel pianeta, molte delle quali seriamente minacciate secondo i dati dell’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). Chi mi conosce, sa che mi occupo di questi mammiferi da molto tempo: era il 1996, anno di apertura del centro recupero fauna selvatica della LIPU di Roma, quando ricoverammo i primi esemplari di cuccioli di chirottero. Allora non ne sapevamo moltissimo e nel resto d’Italia la situazione non era migliore, non esistendo similari esperienze nella cura e nell’allevamento dei piccoli pipistrellini. La nostra determinazione nel tentare di salvare questi piccoli diede inizio ad un percorso che, attraverso il confronto delle metodologie e delle problematiche, oggi ha portato a notevoli risultati anche dal punto di vista della sensibilizzazione e della corretta informazione sulla biologia di questo mammifero. Il pipistrello è l’unico mammifero volante esistente sul Pianeta; come ho raccontato in un precedente articolo, è stato per secoli perseguitato, torturato ed ucciso a causa di superstizioni e dicerie. L’arma migliore, in casi come questo è ricorrere alla scienza, fornendo in tal modo le giuste risposte a domande a volte estremamente stravaganti. I Chirotteri (l'etimologia ci parla di “mani alate”) sono diffusi in tutto il Pianeta e si suddividono in due grandi categorie: microchirotteri e megachirotteri. Tra questi ultimi vi sono le conosciutissime “volpi volanti”, di grandi dimensioni, che vivono nei paesi tropicali nutrendosi di una gran quantità di frutta. Ma le abitudini alimentari dei pipistrelli sono veramente molto varie; in Italia vi sono specie che mangiano solo insetti, mentre nel resto del mondo ve ne sono alcuni che si nutrono di nettare (impollinatori), altri che sono predatori e pescano piccoli pesci, anfibi o topolini, e infine i vampiri, che si nutrono di poche gocce di sangue di animali da cortile. Questi ultimi chirotteri sono molto specializzati e sono dotati di una particolare dentatura che rende indolore il loro morso. I pipistrelli non sono ciechi, ma preferiscono utilizzare il loro complesso eco-radar per memorizzare l’ambiente circostante e per poter cacciare: un esemplare emette molti ultrasuoni ogni secondo, ultrasuoni che tornano indietro dopo aver incontrato un qualsiasi ostacolo. In questo modo sono autonomi anche nella totale oscurità, essendo in grado di percepire la presenza di un capello a decine di metri di distanza! Ho fatto questo esempio perché molte persone credono ancora che i pipistrelli si attacchino ai capelli delle donne; ma per quale assurda motivazione questo animale amerebbe suicidarsi posandosi contro uno dei suoi peggiori nemici? Alcuni pipistrelli, come quelli che vivono in Italia, durante l’inverno vanno in letargo. Ma poco prima avviene l’accoppiamento, con una particolarità unica nel mondo animale: le femmine trattengono gli spermatozoi in una piccola tasca che si trova negli organi sessuali femminili non venendo immediatamente fecondate. Solo in seguito, al risveglio dal letargo, uno degli spermatozoi entrerà nell’uovo femminile e darà seguito alla procreazione. Molti non sanno che i pipistrelli compiono anche delle vere e proprie migrazioni per raggiungere i rifugi estivi dopo aver soggiornato in quelli invernali. Vi sono ad esempio le Nottole, che si spostano anche di 1.000/1.500 chilometri, ma anche esemplari di altre specie ogni giorno compiono spostamenti di qualche chilometro per raggiungere una zona di caccia. I pipistrelli sono ritenuti utili all’agricoltura e all’uomo, perché un solo esemplare si nutre di migliaia di insetti a sera. Nonostante questo, la distruzione degli habitat e quindi l’impossibilità di trovare rifugi idonei alla riproduzione, anche laddove il cibo non rappresenterebbe un problema, è un elemento critico per la sopravvivenza dei chirotteri. In alcuni paesi dell’estremo oriente i pipistrelli sono catturati, uccisi e venduti come cibo, mentre in quelli occidentali da qualche tempo i negozi di animali li vendono come animali esotici. Stroncare questo assurdo commercio, che purtroppo oggi è ancora legale per alcune specie di pipistrelli frugivori, è un dovere etico. Si tratta di animali costretti a vivere in teche o gabbie, che non ricercano né vogliono alcun rapporto con quello che considerano un potenziale predatore – l’uomo – e che hanno bisogno di una alimentazione e di cure costanti e complesse. A questo punto, non posso fare a meno di citare la storia di Carmilla, un pipistrello egiziano della frutta, che ho ospitato a casa perché sequestrato ad un negozio che lo deteneva in una piccola gabbia per venderlo al miglior offerente. La povera pipistrella aveva le ali mutilate a causa delle lesioni riportate dall’impatto delle ali contro le grate della sua “prigione” nel tentativo di fuggire per lo spavento. Carmilla era già vecchia ed ha vissuto con me per oltre tre anni. Se quest’anno deve essere dedicato alla protezione e tutela dei chirotteri, è necessario iniziare anche da accordi che impongano agli stati il divieto assoluto di commercializzare qualsiasi specie di pipistrello, concentrandosi seriamente nella difesa degli habitat e nella sensibilizzazione ed informazione di ogni cittadino del mondo: è anche questo che ci aspettiamo dall’ONU nel 2011.
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