Il caso di Rocket- sotto sequestro sanitario per positività all'anemia infettiva equina- è finito su You Tube e sulla stampa. Rocket è un giovane cavallo da compagnia, l'unico equide di proprietà di una famiglia romana che lo impiega per l'addestramento dolce. Sottoposto al test obbligatorio previsto dall'ordinanza ministeriale sull'anemia infettiva equina, il cavallo è stato sequestrato dopo svariati accertamenti basati su metodiche diagnostiche (test Elisa e Immunoblotting) che hanno dato esiti dubbi o di positività; al contrario, il test ufficiale previsto dalla legislazione, quello di Coggins, dice che l'animale è sano. I proprietari ricorrono al TAR del Lazio che però "respinge l'istanza".
L'ordinanza del Tribunale dà ragione all'Istituto Zooprofilattico di Lazio e Toscana, difeso dall'Avvocatura di Stato: "non si ritiene che sussistano i presupposti per l'accoglimento della proposta istanza cautelare alla luce della documentazione depositata in giudizio da parte dell'amministrazione ed avente ad oggetto le verifiche effettuate da parte degli organi tecnici della
stessa al fine di valutare l'effettivo stato di salute dell'equide di cui trattasi e quindi della conseguente puntuale ed approfondita relazione al riguardo".
L'animale resta dunque sottosequestro, malgrado anche la Regione Lazio nel BUR del 28 dicembre 2010 abbia confermato che i test ufficiali di riferimento per l'anemia infettiva equina sono solo i Coggins, in linea con una legislazione nazionale ed internazionale sorretta dalla letteratura scientifica. A nulla sono valse in questo senso le ragioni dei proprietari che hanno chiesto il dissequestro evidenziando che le norme italiane ed estere individuano come test di riferimento per l'accertamento della positività alla anemia infettiva il test di Coggins, riconosciuto sia dall'OIE che a livello internazionale.
ANMVI e SIVE si sono rivolte al Ministero della Salute per chiedere se corrisponda al vero quanto appreso a mezzo stampa e per sollecitare - qualora i fatti siano stati descritti fedelmente- un chiarimento. "Ci troviamo in presenza di un sequestro sanitario a vita per un animale da compagnia, che viveva da solo e non partecipa a competizioni- dichiara Paola Gulden (SIVE)- nei confronti del quale sarebbe grave aver preso un provvedimento sanitario drastico malgrado il test ufficiale lo dichiari negativo. La circostanza merita un chiarimento perché un provvedimento tanto radicale per la salute e il benessere di un cavallo non può essere adottato su basi discrezionali, ma solo sulla base di indagini diagnostiche validate e garanzie di legge".
"L'anemia infettiva equina - prosegue Paola Gulden- si testa con il test di Coggins dato che altre metodiche- ad oggi- non sono sorrette dalla medesima validazione scientifica. Se il cavallo è stato sequestrato senza certezza diagnostica e quindi non a rigore di legge andrebbe certamente dissequestrato al più presto. Tra l'altro l'AIE - che non si sta manifestando nei cavalli di alto lignaggio e non rappresenta un pericolo per la salute umana - non dà adito nemmeno a decisioni più prudenziali del dettato di legge, che proprio con l'adesione del test di Cogging garantisce la sanità equina e tramite la certezza diagnostica salvaguardia l'animale da decisioni tanto drastiche per il suo destino da equivalere ad una condanna a vita".
"Confidiamo- conclude Paola Gulden - in un chiarimento istituzionale".