E' ormai dal giugno 2008 che si richiede invano al Comune di Roma di prendere provvedimenti riguardo i cavalli delle botticelle romane, sfruttati, maltrattati e affidati a un destino molto gramo.
Fin dall'inizio, la mancanza di interlocutorietà dei vetturini è stata assoluta.
Si sono sempre, infatti, proposte soluzioni alternative all'impiego dei cavalli in mezzo al traffico di una città per loro ormai invivibile, capaci di tutelare anche l'attività e gli interessi delle persone. Ad esempio, in sostituzione, vetture elettriche cabriolet dotate di una speciale licenza turistica, che consentirebbero tra l'altro ai conducenti di lavorare anche nelle ore calde d'estate, attualmente vietate agli animali.
Nulla, invece. Solo chiusura, reazioni violente e intimidatorie. Mai registrate dai vigili urbani, presenti e immoti di fronte a non poche manifestazioni di aggressività sia verbali che fisiche espresse dai vetturini non solo nei confronti degli animalisti, ma anche di comuni cittadini semplicemente interessati alle condizioni dei cavalli.
Vedi il caso di Valentina, la ragazza malmenata nel settembre scorso per aver posto una semplice domanda.
L'episodio che nel corso della manifestazione a piazza Venezia ha visto Stefano Fuccelli e Enrico Rizzi, rispettivamente presidente nazionale e rappresentante regionale della Sicilia del Partito Animalista Europeo, travolti di proposito da un vetturino con la sua botticella che portava a bordo cinque persone, sotto gli occhi indifferenti dei vigili, dimostra che l'inspiegabile livello di impunità ottenuto da questi quaranta personaggi li induce a compiere azioni sempre più gravi.
Tante volte ci siamo e abbiamo chiesto perché un sindaco e un'amministrazione proteggano così ciecamente individui incivili di fronte alle legittime richieste dei cittadini, mosse da pietà e rispetto verso i cavalli, e dal senso di decoro per la propria città.