Ieri, per decisione del Tribunale di Roma, è stata rinviata ad aprile la nomina di un nuovo tecnico incaricato dell'esecuzione della sentenza di abbattimento del pino di via Pompeo Magno, dopo il rifiuto a prodedere del Servizio Giardini di Roma e il parere espresso dalla Soprintendenza per i Beni Culturali. Come sappiamo infatti, il prezioso patriarca è sotto il vincolo urbanistico della Carta della Qualità, e non può essere toccato senza il parere della Soprintendenza.
Inoltre, esistono autorevoli perizie (Servizio Giardini di Roma, Corpo Forestale dello Stato) che lo definiscono in ottima salute e perfettamente stabile, contrariamente a quanto sostenuto da due ctu nominati precedentemente dal Tibunale.
Si attende inoltre una relazione del professor Francesco Ferrini, che ha preso visione del pino la settimana scorsa.
Oggi il Corriere della Sera è tornato a occuparsi di questa vicenda, dedicando grande spazio. Come giustamente ricorda l'autrice dell'articolo (che qui alleghiamo) Simona De Santis, si tratta infatti di una battaglia che, eccezionalmente, mette d'accordo e vede uniti proprio tutti.
Dai cittadini, alle istituzioni, fino alle associazioni, i tecnici, i Verdi, gli studiosi... per una volta perfettamente della stessa opinione, contro un assurdo scempio che nasce da una rivendicazione privata e va a ogni costo impedito.
Anche nella direzione di lavorare tutti insieme per studiare sistemi e vincoli migliori a tutela dei nostri alberi, che evidentemente ci stanno a cuore.