La primavera è ormai arrivata, il sole è più caldo e le giornate sono più lunghe. In pochi giorni molte piante inizieranno a fiorire, richiamando a sè una grande quantità di insetti che torneranno ad essere molto numerosi. Ma la primavera è una delle stagioni più importanti per gli animali selvatici, poiché inizia la stagione della riproduzione. C’è chi si risveglia dal letargo e chi inizia a costruire o a ristrutturare rifugi; e ci sono molte specie di uccelli che compiono viaggi di migliaia di chilometri attraverso i continenti per giungere fino in Europa, ritornando esattamente nel loro luogo di nascita o di nidificazione.
Tra esse mi sembra giusto parlare delle rondini e dei loro “cugini”, i balestrucci, perché come tutti sappiamo il loro arrivo dal continente africano nelle nostre regioni simboleggia l'arrivo della primavera.
Impariamo a distinguere queste specie: la rondine si riconosce subito per via della coda a V, molto pronunciata e lunga, e per la caratteristica macchia rossa sotto la gola. Il balestruccio invece presenta una colorazione uniforme bianca dal sottogola al ventre, mentre dal capo in giù è di colore blu metallico, con l'eccezione di un’evidente fascia bianca sul groppone.
Tutte e due le specie sono abili volatrici e sono insettivore, cacciando in volo una grande quantità di insetti, ma per quanto riguarda il nido presentano una differenza sostanziale: mentre i balestrucci fanno i nidi a coppa sotto i tetti, le rondini hanno bisogno di una struttura all’interno della quale costruire il proprio come ad esempio fienili, stalle, case abbandonate e, nelle periferie urbane, garage!
Non sono specie cittadine, ma a Roma esistono alcune popolazioni nella periferia, dove possono essere viste volare proprio sopra il fiume Tevere sfiorandone la superficie per dissetarsi: uno spettacolo meraviglioso che però, nei centri urbani come nelle campagne, rischia di divenire sempre più raro.
Entrambe le specie, infatti, sono in drastico calo numerico a causa dell’agricoltura intensiva e dell’uso dei pesticidi, che limitano fortemente le fonti alimentari e che sembrerebbe incida negativamente anche sulla riproduzione con l’assottigliamento dei gusci delle uova, rendendole troppo fragili.
Non dimentichiamo che, soprattutto nelle realtà rurali, esiste anche la distruzione diretta e volontaria dei nidi in quanto i piccoli sono accusati di sporcare troppo. Questo (che molti reputano un “gravissimo problema”) è superabile attaccando delle mensole larghe dieci o venti centimetri sotto il nido, ma forse per alcune persone è più facile distruggerli deliberatamente, commettendo un atto illegale molto grave e sanzionabile.
Più che al problema del guano, che come abbiamo detto è facilmente risolvibile, pensiamo anche che ogni rondine con prole cattura decine di migliaia di insetti ogni giorno svolgendo un ruolo ecologico insostituibile. E pensiamo anche al lungo e pericoloso viaggio che questi animali compiono ogni anno proprio per ritornare nello stesso nido: non ritrovarlo significa compromettere la loro riproduzione.
Mentre i balestrucci hanno più possibilità di nidificare, perché vi è più possibilità di trovare sottotetti idonei, per le rondini è molto più complicato: gli allevamenti intensivi ed industriali, che ha causato la costruzione di luoghi asettici e privi di ogni accesso, hanno distrutto quelli che erano i tradizionali luoghi di nidificazione per la specie come ad esempio i fienili e le stalle.
Salvare anche un singolo esemplare di questa specie significa contribuire alla sua conservazione. In merito a questo punto, vorrei ricordare che quando si trova un piccolo o un adulto di rondine o di balestruccio a terra contrariamente a quanto accade con la maggior parte di specie di uccelli è necessario sempre raccoglierlo: il genitore non lo accudirà. Questo, che a noi può sembrare crudele, è dovuto al fatto che le specie in oggetto sono molto più vulnerabili in terra, anche se la credenza secondo cui le rondini e i balestrucci non possano riprendere il volo autonomamente, è infondata: riguarda infatti il rondone, specie profondamente diversa dalle rondini. Così, grazie all’istinto, il genitore sa perfettamente che se dovesse perdere la vita per seguire il piccolo a terra, morirebbe tutto il suo nucleo familiare, anche gli altri piccoli presenti nel nido. Per questo motivo è costretto a lasciarlo al suo destino, seguendo la legge della selezione naturale.
Ma noi possiamo cercare di dargli un’altra possibilità, ed effettivamente a me è capitato moltissime volte quando lavoravo presso il Centro Recupero Fauna Selvatica della LIPU. Ricordo con piacere che nel periodo dello svezzamento, erano liberi di entrare e uscire dall’ospedale per animali selvatici. Ma quello che più mi colpiva era l’orario in cui si presentavano, erano sempre puntualissimi!
Tutelare le rondini e i balestrucci è importantissimo non solo per la biodiversità. Nei confronti di questi uccelli, abbiamo un legame antico, che ci rimanda ai nostri avi i quali attendevano con il loro ritorno l’avvicinarsi della buona stagione: un mondo diverso e, per molti versi, più sano. Proteggere queste specie, oltre ad essere un dovere dettato dalla legge, ha un valore importante: significa proteggere anche la nostra storia.
La rubrica di Andrea Brutti per Il Respiro
Andrea Brutti e' esperto di tutela degli animali selvatici ed e' consulente di diverse associazioni animaliste nazionali; ha contribuito alla creazione del Centro Recupero Fauna Selvatica LIPU di Roma che ha gestito per 10 anni