La primavera: quale migliore stagione per viaggiare? L’aria è fresca, il sole è caldo, le giornate sono lunghe e l’aria è profumata dai fiori selvatici che colorano i verdi prati. Gli uccelli selvatici potenziano i loro canti, si corteggiano e iniziano a costruire i nidi. Per tutti questi motivi abbiamo deciso di intraprendere un viaggio, scegliendo la Francia, con una compagnia d’eccezione: Grisone, il mio cane. Assieme a lui abbiamo deciso di provare questa esperienza, per capire ancor meglio quali siano le difficoltà legate all’accesso dei cani in luoghi come bar, alberghi, ristoranti, spiagge e parchi. Il nostro itinerario prevedeva la Costa Azzurra, la Provenza, la Camargue per poi girare verso nord, raggiungendo Lione, Annecy, Grenoble e rientro in Italia attraverso le Alpi.
La Camargue è veramente eccezionale. Si tratta della zona che ospita la foce del Rodano, una zona umida importantissima per la sopravvivenza di numerose specie, anche molto rare, di avifauna. Tutti gli uccelli acquatici, come ad esempio……. , sono oggi a serio rischio per la scomparsa di queste aree a causa di bonifiche e cementificazione. Ma la Camargue, miracolosamente e grazie alla protezione della legislazione francese, è rimasta quasi integra, con i suoi stagni e i suoi laghi, la sua nebbia quasi perenne e il suo fascino. Osservare in questo luogo, che sembrerebbe veramente “fuori dal mondo”, una straordinaria varietà di uccelli anche a distanza ravvicinata è stato molto emozionante, ancor di più avendolo fatto al tramonto: gli uccelli sono infatti molto più attivi all’alba e in fin di giornata.
Tra tutte le immagini che mi sono rimaste impresse, il volo dei fenicotteri – di cui vi allego qualche fotografia – è quello che più di ogni altra cosa mi ha emozionato: mi ha ricordato l’Africa, il lago Nakuru in Kenia, dove ogni anno durante le migrazioni ne sostano milioni! La loro leggerezza e la loro coreografia è talmente bella e poetica che tentare di descriverla con le parole non le renderebbe giustizia.
Assieme ai fenicotteri ho potuto osservare una moltitudine di aironi, cavalieri d’Italia, germani reali ……, garzette, spatole. E’ paradossale pensare che, a un centinaio di chilometri più a nord, a così breve distanza da questo paradiso si concentrano diverse centrali nucleari.
Così come è invece bello pensare che nelle vicinanze iniziano le gole dell’Ardeche, un altro spettacolo naturalistico straordinario; si tratta di un canyon che raggiunge i trecento metri di altezza, scavato nella roccia dall’omonimo fiume. Questo è il regno dei grandi rapaci, delle aquile e dei nibbi che abbiamo potuto osservare molto frequentemente, in un silenzio magico.
A essere sinceri, i rapaci ci hanno accompagnato durante tutto il nostro viaggio perché presenti anche nelle campagne coltivate, nelle rupi, nelle periferie delle città, in numero sorprendente.
E Grisone? Lui, inutile dirlo, si è divertito moltissimo e in maniera assolutamente… rumorosa! Quando è entusiasta, infatti, ama abbaiare mentre corre o scava buche, e questo anche in luoghi molto silenziosi, il che fa nascere in noi un certo imbarazzo… Ogni giorno si è tuffato, al mare come nei laghi e nei fiumi. Ogni giorno ci ha accompagnato per i paesi che visitavamo e nei nostri pranzi ai ristoranti, dove è stato sempre ben accolto e dove gli è stata quasi sempre offerta una ciotola d’acqua e coccole.
Incredibilmente per noi abituati alle nostre città, esistono in ogni centro urbano distributori di sacchetti per la raccolta delle deiezioni sempre ben forniti, e che spesso sono riempiti con bustine di cartone riciclato.
Non è però del tutto positivo il bilancio di questo viaggio. Rimane infatti ancora abbastanza difficile accedere alle spiagge, soprattutto nei mesi estivi: in inverno invece i cani che giocavano in spiaggia erano numerosi! E non esistono aree cani come nelle nostre città italiane: abbiamo visto solo dei piccoli spazi recintati, sorti non per far socializzare i cani, come area di svago, ma unicamente come WC e giustamente “snobbati” dai nostri amici quadrupedi.
Il viaggio è terminato e, ritornando a casa, ci colpisce un cartello di lavori in corso in autostrada: “Stiamo costruendo dei ponti per favorire l’attraversamento della fauna selvatica”. Sarebbe un ottimo esempio da importare in Italia, evitando così una strage spesso provocata non da presunte sovrappopolazioni di animali selvatici ma dall’elevata velocità degli automobilisti e dalle strade costruite in aree ancora quasi integre.
La rubrica di Andrea Brutti per Il Respiro
Andrea Brutti e' esperto di tutela degli animali selvatici ed e' consulente di diverse associazioni animaliste nazionali; ha contribuito alla creazione del Centro Recupero Fauna Selvatica LIPU di Roma che ha gestito per 10 anni