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MANUALE DI CONVIVENZA - I nidi
foto presa da ecologiae.com

  Se in questa stagione guardiamo in alto tra le cime degli alberi, nelle loro chiome, oppure osserviamo le siepi più folte o quello strano viavai sui tetti dei palazzi o nelle nicchie dei muri, ci accorgiamo che ormai gli uccelli sono tutti impegnati a metter su casa. C’è chi costruisce dei nidi a dir poco straordinari, legando con una abilità sconosciuta a noi esseri umani tanto materiale. C’è, invece, chi ristruttura quelli lasciati lo scorso anno per la migrazione, come le rondini e i balestrucci e c’è persino chi sfrutta quelli costruiti da altri, come occasionalmente fanno alcuni rapaci, c’è anche chi non lo costruisce affatto e deposita le uova direttamente nel nido altrui, delegando all’ignara “mamma” adottiva la crescita del piccolo: è il caso del cuculo.
  Sui nidi ci sarebbe veramente molto da dire, perché tante sono le funzioni a cui questa struttura deve adempiere: difesa dai predatori, dal vento e dalla pioggia, ma anche strumento per corteggiare e per mantenere una giusta temperatura per la schiusa delle uova: per tutti questi motivi ho deciso di parlarne in questa puntata, cercando di semplificare e riassumere le informazioni più importanti.
  Gli uccelli hanno a disposizione una serie molto varia di materiali per costruire il proprio nido: rami e rametti, piccoli pezzi di corteccia ma anche materiale meno naturale utilizzato soprattutto dai volatili che vivono in ambienti urbani, come pezzi di carta e di plastica. Alcuni esemplari utilizzano anche la saliva, che ha la funzione di collante, per ottenere una struttura più stabile.
 
Dopo aver costruito l’esterno, gli uccelli si dedicano con cura al rivestimento interno che ha una funzione importantissima per il mantenimento di una adeguata temperatura: molti piccoli, infatti, nascono implumi, quindi senza alcuna protezione dal freddo. A questo scopo gli uccelli utilizzano vari materiali: piume, penne, foglie e muschio.
  Alcune specie sono note non tanto per la “praticità” degli arredi e per la semplicità della struttura, quanto per la particolare attenzione all’estetica: è il caso degli uccelli giardinieri, veri e proprio arredatori naturali. Il maschio dapprima costruisce un nido a terra che culmina con una torre e poi inizia a decorarlo con funghi, fiori, frutti, gusci di lumaca, penne colorate. Poi inizia a cantare e a danzare per attrarre la femmina, la quale sceglierà per accoppiarsi il nido più bello tra tutti quelli proposti dai suoi pretendenti.
  Esistono anche delle specie che decidono di costruire un vero e proprio nido-condominio: alcuni uccelli tessitori africani creano infatti una unica e grande struttura con diverse entrate. Altre specie di uccelli tessitori sono noti per l’abilità con cui creano i nidi, che sono a forma di pendolo e che si trovano appesi ai rami degli alberi in gran numero. Questi nidi Sono a prova di predatore. L’ingresso infatti è costituito da un foro nella parte inferiore, impossibile da raggiungere se non dai volatili stessi!
  Passiamo ora al nido più piccolo e delicato che possiamo osservare, che non spetta alla specie di volatili nota per la sue minuscola dimensione – vale a dire il colibrì - ma ad un “parente” dei nostri amici rondoni, di cui abbiamo parlato tempo fa. Si tratta del rondone arboreo dalla cresta, che utilizza per la proprio “casa” pezzi di corteccia, piume, penne e persino licheni. Si tratta di una struttura creata per contenere solo un uovo, che l’esemplare incolla con la propria saliva al fondo del nido in modo da evitare che cada.
  Allo stesso modo il primato per il nido più grande non spetta agli struzzi – gli uccelli più grandi del pianeta – ma, sembrerebbe, ad una specie appartenente alla famiglia dei Megapodidi (dei gallinacei con dei piedi molto grandi), che tra l’altro possiedono un’altra particolarità: costruiscono nidi-incubatrice. Infatti Anziché covare, la femmina depone le uova nella struttura creata dal maschio, composta da vegetazione in decomposizione che tra l’altro lo mimetizza. Il maschio, sostituendo man mano la vegetazione, fa si che venga mantenuta costante la temperatura del nido.
  Altre specie appartenenti a questa famiglia utilizzano persino la geotermia o sfruttano il calore del sole sulla sabbia; dobbiamo ammettere che sono sicuramente più abili di noi nell’utilizzo delle energie pulite! E’ stato scoperto che questa tipologia di nido può arrivare a misurare una altezza di 5 metri con un diametro di 16!
  La prossima volta che osserveremo i nidi sono certo che non potremo fare a meno di soffermarci sulle loro incredibili – e spesso ardite – architetture, meravigliandoci ancora una volta per le incredibili ed inimitabili abilità degli uccelli.



La rubrica di Andrea Brutti per Il Respiro

 

 Andrea Brutti e' esperto di tutela degli animali selvatici ed e' consulente di diverse associazioni animaliste nazionali; ha contribuito alla creazione del Centro Recupero Fauna Selvatica LIPU di Roma che ha gestito per 10 anni

Data: 30/04/2011
Autore: ANDREA BRUTTI
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