La concessione di piazze, parchi, spazi pubblici a eventi privati è sempre più frequente. Non dappertutto, ma in molte città italiane. Non sempre con le stesse modalità - esistono naturalmente anche casi di rapporti sani, corretti e utili fra pubblico e privato - ma assai di frequente secondo criteri che non si traducono in benefici per i luoghi occupati o per la cittadinanza. Né immediati, né in prospettiva, poiché gli introiti ricavati dalle amministrazioni sono in genere modesti e comunque quasi mai investiti poi per la cura, la tutela, la manutenzione, il restauro del sito in questione.
Altro nodo, è la nostra crescente abitudine a tali accadimenti.
Girare nelle nostre città d'arte, passeggiare per i giardini e ritrovarci a ogni passo camion pronti a montare colossali impalcature, è diventato normale.
Se prima guardavamo con occasionale fastidio feste sponsorizzate, comizi, maxi concerti, raduni, convention, oggi fanno parte del nostro paesaggio quanto gli alberi, il sole e i monumenti.
E' questo un inquinamento degli spazi e della mente a cui non dobbiamo fare l'abitudine.