Con la rissa sul nucleare - dato che da noi questi argomenti si trattano solo in funzione e occasione dello scontro politico - si parla un po' di fonti di energia alternativa. Mai a sufficienza del risparmio energetico.
Quanto inutilmente consumiamo? Riflettiamo mai sui riscaldamenti condominiali attivi anche quando non ce n'è bisogno per seguire la programmazione prestabilita, che in certi casi suggeriscono l'uso paradossale di ventilatori e aria condizionata? Abbiamo mai provato a contare le lampadine (quali?) accese in casa nostra da una cert'ora in avanti? E i monitor lasciati in stand-by, ma pur sempre collegati? E siamo riferiti a una dimensione domestica, poiché le dispersioni su larga scala sono difficilmente calcolabili.
Quando ci sventolano lo spauracchio del black out per persuaderci a scelte assurde, allora sentiamo parlare di trasporti paralizzati, ospedali al buio, respiratori a cui è attaccata la vita di pazienti gravissimi che cessano di funzionare.
Fra l'indispensabile, il necessario, il superfluo e lo spreco più gratuito corrono tuttavia molti passaggi. E sono proprio queste ultime due voci a pregiudicare enormemente la nostra autonomia e il nostro benessere: che non è fatto per forza di salotti illuminati a giorno, ma anche di un po' di luna che entra dalla finestra, a rendere tutti più belli.