Buffo come funzioniamo da queste parti: siamo molto disinvolti riguardo un mucchio di cose, ma diffidiamo delle manifestazioni spontaneamente straordinarie. Ce ne parla un albero, che da poco ha terminato la più spettacolare e lunga delle fioriture.
Si tratta del cercis siliquastrum, famiglia delle leguminose, che noi chiamiamo albero di Giuda. Il più bello di Roma - probabilmente uno degli alberi più notevoli della Capitale - si affaccia su via San Gregorio al Celio dai giardini del Palatino, ma altri ornano via Gallia.
A giudicare dalla chioma intricata e dalla statura contenuta, nulla sembrerebbe meno conveniente per un'impiccagione. Eppure, nome e sospetti nascono presso di noi per più di un motivo. Anzitutto, a causa della tortuosità dei rami, interpretata come poca dirittura morale. Quindi, il colore dei fiori: fra il fucsia e il rosso vivo, che rifletterebbero la vergogna del tradimento. Infine, il fatto che la stessa fioritura giunga all'improvviso e impetuosa, come un'esplosione scarlatta, ancor prima delle foglie, e si tratti di una caulifloria. Mentre appunto la maggior parte delle piante produce i fiori sulle estremità più giovani della chioma, alcune li emettono direttamente dal tronco, o su rami vecchi e lignificati.
Diversa invece, la lettura che se ne dà in altri paesi, ad esempio in Spagna. Lì, il cercis siliquastrum è considerato l'albero degli innamorati, e si pensa che baciarsi sotto le sue fronde porti fortuna. Rosso è difatti il colore della passione, le sue foglie hanno forma di piccoli cuori, pieno di curve come le sue braccia è il sentimento, capace di fioriture improvvise e durature anche su rami senza età.