Dobbiamo proprio riconoscerlo: madre natura ha dotato gli animali di mezzi straordinari, quasi dei poteri speciali per poter vivere al meglio e svolgere il loro fondamentale ruolo ecologico.
Tra tutti, i rapaci notturni sono quelli che destano maggiore curiosità tra le persone: la loro capacità di volare senza emettere alcun rumore e il loro “vedere” al buio le piccole prede che catturano con rapidità e precisione hanno da sempre affascinato l’uomo al punto che inizialmente attribuiva a questi animali poteri magici e soprannaturali.
Grazie alla ricerca scientifica oggi sappiamo che non è così anche se – bisogna dirlo – ci sono ancora persone che credono a superstizioni infondate ed ingiuste le quali si traducono, anche se raramente, in azioni di disturbo, distruzione dei nidi e uccisioni.
E’ doveroso ricordare che i rapaci notturni sono particolarmente tutelati dalla legge nazionale 157/92 sulla protezione della fauna che stabilisce opportune sanzioni amministrative e penali, e che inoltre è alquanto sciocco fare del male a questi preziosissimi alleati che mangiano una gran quantità di topi!
Il lavoro svolto per anni presso il Centro Recupero Fauna Selvatica di Roma della LIPU mi ha permesso di conoscere molto da vicino questi splendidi animali, che presentano al tatto un piumaggio molto soffice rispetto agli altri uccelli. E’ proprio grazie a questa morbidezza, unita ad una particolare conformazione delle penne delle ali, che riescono a volare senza emettere alcun rumore: una caratteristica di fondamentale importanza per riuscire a catturare nel silenzio notturno delle prede dotate di un udito in genere molto sviluppato.
Gli occhi dei rapaci notturni sono sicuramente importanti e le loro grandi dimensioni lo testimoniano: sono dotati di una visione frontale – al contrario degli altri uccelli che l’hanno laterale –che consente loro di avere un campo visivo ristretto ma una visione binoculare più ampia.
I rapaci notturni non hanno bisogno di volteggiare ed osservare il territorio dall’alto alla ricerca di cibo come fanno i rapaci diurni: sono al contrario in grado di vedere perfettamente in spazi meno estesi e di concentrare la loro attenzione sulla preda. Inoltre, per guardare nella quasi totale oscurità, sono dotati di una retina estremamente sensibile che rende possibile la vista in condizioni di luce molto scarsa. Per darvene un’idea, sappiate che la vista di un rapace notturno può essere fino a 100 volte più potente rispetto alla nostra!
Un altro particolare interessante riguardo la loro vista è che i bulbi oculari sono immobili: come compensazione, i rapaci notturni possono girare il capo per oltre 270 gradi.
Altro senso in loro estremamente sviluppato è l’udito. Si può affermare che la grande capacità di ascoltare i suoni propria dei rapaci notturni è per loro molto più importante della vista, perché la caccia notturna avviene fondamentalmente grazie alla localizzazione dei rumori emessi dalle prede: per questo, un rapace notturno è in grado di individuare un tipico rumore emesso da una possibile fonte di cibo – come lo sgranocchiare di un topolino – a svariate centinaia di metri di distanza!
Per riuscire ad individuare meglio l’esatta direzione del suono, le cavità auricolari sono asimmetriche, ovvero sono poste una sempre più in alto rispetto all’altra: in questo modo le onde giungono prima ad un orecchio e successivamente all’altro in modo da dare un’indicazione precisa della sua provenienza.
Molti credono che le orecchie dei rapaci notturni siano i “ciuffi” che alcuni di loro, come i gufi, hanno sul capo. In realtà, i cosiddetti ciuffi auricolari hanno altre funzioni, tra cui quella di direzionare i suoni verso il padiglione auricolare: anche alcune tipiche “maschere” facciali come quella a cuore del Barbagianni sembrerebbero avere questa funzione. Le orecchie vere e proprie, invece, sono totalmente coperte dal piumaggio e quindi invisibili ai nostri occhi.
Altro importante segreto per la loro sopravvivenza è la particolare conformazione delle zampe, che oltre ad essere ricoperte di piumaggio o da peluria invisibile, possiedono due dita rivolte in avanti e due indietro: in questo modo la preda non può sfuggire grazie ad una sorta di presa a tenaglia.
Molti pensano che sia difficile osservare i rapaci notturni ed è in parte vero, ma l’invito che rivolgo a tutti voi è quello di alzare gli occhi e direzionare il vostro sguardo sulle cime dei pali e degli alberi: sono alcuni dei posti preferiti da civette e allocchi, frequenti abitanti anche delle nostre città.
La rubrica di Andrea Brutti per Il Respiro
Andrea Brutti e' esperto di tutela degli animali selvatici ed e' consulente di diverse associazioni animaliste nazionali; ha contribuito alla creazione del Centro Recupero Fauna Selvatica LIPU di Roma che ha gestito per 10 anni