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IL PAESAGGIO E' UNO STATO D'ANIMO - Dal dominio all'amore
I giardini di Versailles

 E' la storia della concezione dei grandi giardini creati dai potenti della terra, che nel corso dei secoli passa da un'idea di luogo di potere, di parata del potere del principe, a un'idea di luogo dove chi è celebrato non è più il principe, ma la natura, una svolta, epocale, da uno stato d'animo ostile alla libertà originaria della vegetazione a uno stato d'animo di ammirazione, di venerazione.
 Architettura vegetale di parata, luogo di celebrazione è certamente Versailles, il giardino  più solenne e grandioso del mondo. Sono 100 ettari in pendio su cui il Re Sole impone il suo dominio anche sulla natura, con una serie di terrazze su un dislivello di 30 metri e  un intero anfiteatro scavato in un pendio: l'idea è quella della discesa dall'alto, come dall'alto cala il potere  assoluto del re e della sua corte. Versailles è l'apogeo della società di corte, che segna il passaggio dall'epoca della  nobiltà bellicosa e forse ribelle all'epoca in cui c'è un gruppo sociale, i cortigiani, che sostengono il re. E allora profusione di statue, bacini, fontane, il Grand Canal con i suoi velieri, il Bacino del Drago col suo zampillo di 27 metri, il viale dell'acqua coi suoi 22 gruppi di statue in bronzo, e il Bacino di Latona con Latona circondata dai suoi figli e dalle celebri rane.
  Questo schema di viale centrale intersecato da viali trasversali e parterre allineate all'edificio - tutto sotto controllo - e specchi d'acqua e aiuole forma un complicato disegno geometrico al cui centro si trova la Fontana di Apollo sul suo carro vittorioso: è  lui, il Re Sole, signore  delle acque, con la sua potente flotta di "corsari del re"e dl un regno terrestre su cui il sole non tramontava mai.
 
Questo monumento vegetale fu creato dal figlio di un giardiniere, André Le Notre (1613-1700), il più grande architetto di giardini del 600, che lavorò anche in Italia, a Racconigi e nel giardino del Palazzo Reale di Torino. Ecco il giardino all'italiana, con la sua geometria rigidissima, i suoi spazi vuoti, i suoi alberi isolati e tagliati in forme innaturali.
  Ma un mondo nuovo sta nascendo... Ecco Linneo con la sua attenzione alle erbe spontanee, a tutte le erbe. Ecco gli arcadi con la loro nostalgia di un mondo agreste. Ecco la stessa Maria Antonietta che nel giardino del Trianon si fa costruire Le Hameau, un villaggio di campagna dove, vestita da contadinella di lusso, munge le caprette; ecco gli Illuministi, i laici, moderni illuministi, Voltaire, Diderot, finalmente con la loro idea della natura come perfetta, ecco soprattutto Rousseau che nelle "Fantasticherie del Passeggiatore Solitario" racconta come abbia trovato la felicità sulla terra solo nella natura, cogliendo erbe sulle colline e poi  lasciandosi cullare dal moto tranquillo di una barchetta, tolti i remi e messa da parte la testa, ascoltando semplicemente il proprio respiro: la  pura esistenza.
 
Ecco i giovani signori di tutta Europa che calano in Italia nel loro Grand Tour che faceva parte dell'educazione di un gentiluomo, e tornano abbagliati dalle grandiose rovine antiche incorniciate dalla vegetazione foltissima, lussureggiante. Nei loro quadri, nei loro album di viaggio che sostituivano allora le fotografie, viene proposto un modello di fusione tra opera dell'uomo e opera della natura che subito influenza i nuovi grandi parchi: in Inghilterra nasce il giardino paesaggistico  all'inglese come paesaggio pittoresco ispirato alla campagna romana, ai suoi resti grandiosi di acquedotti , di tombe e di rovine attorniate da folti gruppi di pini mediterranei, ulivi, eucalipti e querce, da greggi al pascolo tra le sterpaglie incolte, e da acquitrini. Nei giardini pubblici europei gli acquitrini diventano laghetti, i grandi alberi si spargono su vasti prati tenuti alti - e non rasati in continuazione come è cattiva pratica dei giardinieri italiani, specializzati nel falciare i prati nel momento del rigoglio e della fioritura: massimo delitto botanico! I giardinieri italiani credono di fare così il prato "all'inglese", mentre  in Inghilterra si guardano bene dal falciare il prato quando è al massimo del suo splendore, soprattutto con la fioritura.
 
I giovani signori nel loro Grand Tour sono andati anche in Oriente, anche in India e in Cina, con la Compagnie des Indes et de l'Extreme Orient, che esiste ancora oggi, ed ecco la moda dei paesi esotici, soprattutto della Cina. Sir William Temple, il grande giardiniere, credeva che la Cina amasse una dissimetria leggiadra e pittoresca, una naturalezza e semplicità tuttavia alla ricerca di  effetti: ecco le composizioni asimmetriche, disarticolate, ricche di particolari, i sentieri tortuosi e i tappeti erbosi con alberi sparsi alti sul prato di tanti grandi giardini, di Villa Borghese, di Villa Doria Pamphilij, e del lato settentrionale di Hampton Court, dove stile formale a sud e stile informale a nord si alternano equamente, riflettendo il passaggio da Enrico Viiii e Carlo II, ancora con le  disciplinate aiuole, le  siepi di tasso e le  acque copiate da Versailles alle vaste zone incolte dell'epoca di Elisabetta dove i cervi pascolano in un parco erboso di 3 chilometri  e  le siepi sono bordate di erbe.
 
Nel 700  in Austria  Maria Teresa d'Austria sembra molto conservatrice: il  suo castello è il perno focale del giardino, il parco, molto ordinato, è visto come un palcoscenico pieno di simboli antichi e di echi letterari che rimandano ai testi messi in scena a corte. In realtà questo è l'unico aspetto vecchio regime di una sovrana invece molto aperta al mondo nuovo: in un'epoca in cui la malattia mentale veniva curata solo con gli esorcismi ed era in mano esclusivamente al potere ecclesiastico, Maria Teresa nomina una commissione d'inchiesta di cui mette a capo Franz Anton Mesmer, il medico progressista che Freud indicherà come il precursore della psicoterapia e che porrà fine alla vecchia pratica esorcistica così offensiva della verità psichica e della dignità del paziente. Ho parlato di Mesmer, di cui ho pubblicato in prima assoluta la tesi di laurea sull'influenza dei pianeti nelle malattie psicosomatiche, nel mio libro "Risonanze celesti", Marsilio, 2007.
 Un'altra donna intelligente,  Cristina di Svezia, che un giorno rifiuterà il potere regale per poter seguire gli interessi del proprio spirito libero, è un'appassionata di alberi e confida a Cartesio: "Vorrei essere ricordata per la mia passione per gli alberi"; essa ha chiamato  a Stoccolma per il giardino reale André Mollet, figlio del primo giardiniere di Luigi XIV, e quello  naturalmente crea un apparato barocco, con siepi che racchiudono alberi potati; ma tutto intorno al Kungstradgarden, giardino del re, due fittissime ali di enormi alberi in triplice possente filare rimandano alla forza della natura quando è allo stato originario: possiamo leggervi l'immagine del paesaggio scandinavo, quegli alberi immensi , archetipici, che sembrano non conoscere potatura e che ombreggiano parchi e città giardino, espressione della consapevolezza   di tutto quel popolo, compresi i suoi architetti , che la natura nella società ha un posto centrale. Un bel libro di Sonia Santella, "Giardini di Svezia. 
 
Passione e cultura del verde dall'Ottocento ai giorni nostri", Edizioni Polistampa, 2009, racconta la storia esemplare dell'amore del popolo scandinavo per la natura; perché qui siamo all'amore puro.
 
In Francia la vecchia Parigi, un tempo circondata da villaggi con i loro boschi, cominciava a poco a poco a incamerare nella cinta urbana i piccoli paesi vicini con il loro campo e la loro foresta. Ancora nel primo '900 Renoir  andava nella foresta di Fontainbleau  per dipingere , ed era ancora una vera foresta, ma già il vecchio paese di Boulogne era diventato un pezzo di città e il suo bosco un luogo di passeggio; Montparnasse e Montmartre erano diventati sobborghi di periferia anche se ancora negli anni '50 conservavano le loro piccole vigne.
  La grande città divorava i dintorni disordinatamente fino all'epoca di Napoleone terzo, quando il "piccolo", così veniva chiamato l'imperatore per distinguerlo dal Bonaparte,  ispirandosi all'Inghilterra che per prima aveva creato i parchi pubblici ma anche mantenendo  un occhio aperto sui modelli di potere dei suoi precedessori, programma i suoi parchi per il popolo integrati con un piano urbanistico, e fa realizzare dal barone Haussmann il sistema delle grandi arterie alberate, i famosi boulevards, e dei larghi viali concentrici che caratterizzano Parigi: siamo sempre nella terra del Re Sole, il potere resta al centro.
 
Oggi in tutto il mondo c'è un enorme interesse per gli alberi e per i giardini anche per motivi materiali, perchè infine alcuni grandi paesi sembrano aver compreso  che non c'è sopravvivenza senza le piante, e perfino la Cina così spietata con gli animali ha cominciato a moltiplicare i loro parenti stretti, gli alberi, per combattere il terribile inquinamento che avvolge Pechino in una nebbia costante. Nel mondo si assiste ora a  un forte accentuarsi di due sensibilità opposte, due stati d'animo, due visioni contrapposte. Da una parte il mondo del denaro, delle vittime dell'ingordigia di pochi affaristi, dei vagoni della morte che trasportano al macello bestie agonizzanti, delle dittature e dei fanatismi religiosi; dall'altra, un bisogno crescente di armonia, di giustizia, di bellezza, di sorriso, di gentilezza; è il mondo dei teneri fiori, delle lievi farfalle, di quella leggerezza nel toccare la natura, esseri umani, alberi e bestie, che Italo Calvino indicava come uno dei valori da trasmettere ai posteri, di quella leggerezza invocata da  Emily Dickinson:

       Tocca leggermente la dolce chitarra della vita...

 Seguaci della leggerezza sono i suoi portatori naturali, i giovani, quei  milioni che si sono rivoltati nel Maghreb, quei due milioni che hanno recentemente partecipato alla quinta Festa della Natura in Francia. E i giovani hanno sempre ragione, perché sono il nuovo, il futuro. Abbiamo fiducia in loro, nel mondo nuovo che faranno.

 


La rubrica di Luciana Marinangeli per Il Respiro

 Luciana Marinangeli è scrittrice, francesista e presidente dell'Associazione L'Alberata

Data: 13/06/2011
Autore: LUCIANA MARINANGELI
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