Diciamo la verità: difficilmente il nostro rapporto con le istituzioni e le amministrazioni locali è appagante e pacificato. Vorremmo - giustamente - di più, di meglio. Protestiamo, lottiamo per la tutela del parco pubblico abbandonato; ci battiamo per opporci alla cementificazione dell'ultimo brandello di territorio demaniale libero o per riqualificare un'area degradata e riconsegnarla in veste nuova alla comunità.
E nella foga di ottenere il dovuto riscontro da parte di chi ci rappresenta, dimentichiamo talvolta che metà dell'impegno, quello della civile pratica quotidiana, rimane comunque a noi.
Parziali e troppo fragili infatti rimangono le conquiste se non sono unite alla continua diffusione di un'educazione alla frequentazione moderna dei siti naturali. Una pratica adatta al mondo contemporaneo, fatta di intelligenza, conoscenza e rispetto che andrebbe divulgata anche e soprattutto fra i giovani, in famiglia e nelle scuole.