In via Pompeo Magno 10 A, a Roma, c'è un pino ultra secolare, un fuoriclasse, un monumento vivente, su cui pende una condanna di abbattimento a causa di una rivendicazione privata.
I tempi sono molto stretti ormai.
Entro poco più di un mese, verrà nominato un ctu incaricato di tagliarlo.
La storia di questo meraviglioso pino in principio assomiglia a quella di moltissimi altri alberi, non tutelati da vincoli paesaggistici o regolamenti del verde urbano. Patriarchi, talvolta, la cui sopravvivenza viene minacciata da diatribe condominiali, dispetti fra confinanti e altre miserie tutte umane.
Abbiamo scelto di sostenere l'appello di Antonio e Irmgard Durante, perché la vicenda del pino di via Pompeo Magno è terribile e rappresentativa di mille altre, in cui purtroppo noi tutti ci imbattiamo di continuo e in ogni regione del nostro Paese.
Questa situazione, tuttavia, presenta alcuni aspetti davvero paradossali. E individua ancora, malgrado la piega estrema presa dagli avvenimenti, interlocutori che potrebbero e dovrebbero adoprarsi per la salvezza dello straordinario albero.
Sembra infatti che oggi la vita del pino dipenda dalla Regione Lazio, in tremendo ritardo sull'apposizione di un dovuto vincolo paesaggistico.
Quest'albero molto speciale, nasce intorno al 1900 in un giardino privato che oggi appartiene ai signori Durante, in via Pompeo Magno.
Due anni fa, certi vicini dicono che le sue radici danneggiano la loro rimessa. Un box auto costruito abusivamente, poi condonato, quando la pianta aveva già oltre sessant'anni. Costoro ne pretendono l'abbattimento. I signori Durante, con solidarietà dell'intero quartiere, si oppongono, e la questione finisce in tribunale, quindi sulla stampa. Ma nel luglio 2010 un provvedimento conferma la precedente ordinanza del Tribunale di Roma, secondo cui il pino dev'essere tagliato: due perizie dei ctu lo definiscono instabile.
Qui, la forte contraddizione.
Esiste sul medesimo albero una perizia eseguita dal Servizio Giardini di Roma che afferma: ".. il suo stato vegetativo appare ottimo e la struttura non presenta indizi di instabilità... dal punto di vista ambientale e paesaggistico si tratta di un vero e proprio 'patriarca'...". Quindi, la relazione di un tecnico del Corpo Forestale dello Stato: "La pianta non evidenzia una struttura tale da ritenersi a rischio di staticità.. lo stato vegetativo è ottimo..."
Nel 2009, il Municipio XVII richiedeva a Sovrintendenza e Regione di apporre sull'albero vincolo di tutela.
E' arrivata incredibilmente venerdì, un anno e mezzo dopo l'originario appello dei proprietari, la risposta della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici. Comunica che "non ritiene opportuno l'abbattimento dell'alberatura stessa" poiché il pino ricade nella Carta della Qualità. E per i vincoli, rimanda la competenza alla Regione Lazio.
Posto che la Soprintendenza ha responsabilità gravissime, poiché emettere il proprio parere in tempi decorosi avrebbe aiutato il Tribunale a valutare diversamente la questione; inoltre, anziché scaricare le responsabilità, avrebbe potuto adoprarsi per apporre da sé un vincolo sull'esemplare monumentale, ora
INVITIAMO TUTTI A SCRIVERE ALLA REGIONE LAZIO, CHIEDENDO DI APPORRE IMMEDIATAMENTE UN VINCOLO SUL PINO DI VIA POMPEO MAGNO
http://www.regione.lazio.it/web2/main/
esiste un apposito spazio denominato "dillo alla Regione".
I fatti sono purtroppo giunti a nostra conoscenza a un punto molto avanzato, e esiste una scadenza molto precisa.
Ma tutti insieme possiamo far sentire la nostra voce e portare avanti una protesta decisa.
Talvolta le situazioni si rovesciano: bisogna tentare fino all'ultimo, con forza.
E anche se non si dovesse riuscire, non si può avere il rammarico di non aver provato.
Inoltre, questa vicenda paradossale, vale per le migliaia di storie simili che ci arrivano da ogni parte d'Italia.
Comunque vada, dobbiamo batterci per leggi migliori e vincoli seri per i nostri alberi.