In un momento storico in cui le quote rosa diventano legge e il movimento “SE NON ORA QUANDO” afferma la sua esistenza nelle piazze e nei social network mi torna in mente un libro fra tanti: “Un pezzo di luna, note memorie e immagini della Sardegna” di Giuseppe Dessì, scrittore sardo di “Paese d’ombre”. Me lo fece leggere mio padre. “… Esiste una profonda differenza tra la vita degli uomini e quella che ha la donna” afferma Dessì nel capitolo dedicato alle donne isolane “ tra la concezione del tempo che ha l’uomo e quella che ha la donna. E vediamo che tutto ciò che dipende dalla donna funziona, tutto ciò che dipende dall’uomo funziona male”. Dessì descrive la vita di tutti i giorni in un qualunque villaggio sardo.
Ma quanto è attuale il quadro tracciato da Dessì? Lavoro da 20 anni e il giudizio è inevitabile. Amiche, colleghe, sorelle. Determinazione, precisione, organizzazione. Maria Claudia, Dover e Lucia che fanno l’avvocato, Daniela che produce il vino, Margherita, scrittrice, che combatte per gli altri, Elena e Daniela con la flotta di auto, Patrizia che amministra le società, Cristina è giornalista, Michela organizza concerti, Margherita dal commercio al social party, Micaela assistente e avvocato, Federica scopre di essere mamma. Flavia, Anna, Elena, Giovanna, Marisa, edicole, fabbriche, negozi. Imprenditori, professionisti, medici e dipendenti. Donne. Chi più intelligente chi meno, ovviamente. Chi più intraprendente chi meno. Ma la concezione del tempo è una costante. C’è tempo per tutto e ogni cosa ha il suo tempo. Il tempo del lavoro, della famiglia, dell’amore e del sesso. Il tempo per ridere e per mandarsi a quel paese. Il tempo per agire e il tempo per aspettare.
Di questo tempo, mi domando ancora, quanta parte è dedicata a sviluppare una nuova consapevolezza, quella della necessità di difendere l'ambiente, il pianeta, anche in vece degli uomini? Lo chiedo in primo luogo a me stessa, pensando ad abitudini scomode da abolire, a sforzi rinviati. Secondo uno studio di ricercatrici svedesi della “Defense Research Agenzy”* le donne troverebbero pure il tempo per essere cittadine modello, contrariamente agli “uomini veri e propri nemici dell’ecologia”. “Le politiche ambientali dovrebbero cominciare a fare una distinzione tra i due sessi – sostiene una delle ricercatrici – e, soprattutto nel settore dei trasporti, le campagne dovrebbero essere più mirate agli uomini per risultare davvero efficaci, perché è stato dimostrato che le donne hanno un modello di vita più “dolce” ed eco-sostenibile”.
Uomini o donne, si tratta comunque di un tempo che in qualche misura dovremmo trovare tutti.
*ricerca pubblicata nella rivista “Energy Policy” e riportata da Simona Marchetti su Style.it