Quando invito gli amici a passare qualche ora sul mio terrazzo mi sento spesso dire: “Queste erbacce sarebbe meglio toglierle” oppure “ il terrazzo è bello ma ha un aspetto disordinato, forse non hai tempo di occuparti delle piante” o ancora “in alcuni punti sembra un groviglio di rami e foglie, come mai non tagli tutto?”.
Nell’ascoltare queste frasi rimango felicemente soddisfatto, perché in fondo ho ottenuto proprio quello che volevo: uno spazio dove vi fossero essenze coltivate ma anche altre libere di crescere senza essere estirpate e considerate come piante inutili.
Così, mi ritrovo a sorpresa un pioppo cipressino nato e cresciuto spontaneo in un vaso al centro del terrazzo, la menta romana, l’ortica attualmente in fiore, la borragine insieme alla salvia, ai pomodorini, alla lavanda, ai cisti e a numerosissime piantine fiorite che chissà come sono arrivate nei miei vasi.
Se nell’ambiente umano il mio terrazzo suscita una certa perplessità, è invece molto amato dalla fauna. Infatti oltre alle farfalle, alle api e ai gechi, gli uccelli lo visitano molto volentieri, spesso eleggendolo loro territorio.
In questa puntata vi racconterò di alcuni degli ospiti fissi che ho catturato con la mia macchina fotografica.
Comincerò proprio dal più assiduo di loro, un merlo maschio che a dire il vero non è proprio un esempio di bellezza tra gli esemplari della sua specie, essendo praticamente calvo. Proprio per questa sua caratteristica fisica, è stato da noi chiamato “il condor”.
Questo merlo ama particolarmente rubare le fragole e le more che crescono in alcuni vasi, sottraendoli al mio palato proprio quando giungono a esatta maturazione. Inoltre ha ritenuto opportuno condurre le sue battaglie con altri esemplari della sua specie proprio tra i miei vasi.
Ricevo giornalmente la sua visita, tranne quando la famiglia di cornacchie che hanno nidificato sul grande e bellissimo cedro del libano cresciuto nel giardino del palazzo a fianco non decide a sua volta di fare un veloce sopralluogo: in quel caso “il condor” rimane prudentemente in disparte negli alberi attorno.
Mentre i gabbiani reali sorvolano il terrazzo senza posarsi – evidentemente non è di loro gradimento – fanno la loro comparsa le cinciarelle, uccellini tra i più agili, che trovano numerosi piccoli insetti tra il fogliame. Tra l’altro sono anche molto intelligenti: sono persino in grado di riconoscere le bottiglie di latte scremato da quello intero tra quelle lasciate sulle porte delle famiglie inglesi, forando con il becco solo le seconde per alimentarsi della panna di cui sono golose!
Anche l’occhiocotto, che a prima vista sembrerebbe un maschio di capinera se non fosse per la vivace colorazione rossa del piumaggio che circonda l’occhio, frequenta il terrazzo alla ricerca di piccoli insetti. In realtà è stata una vera fortuna averlo immortalato con la mia macchina fotografica, poichè si tratta di una specie molto timida che cerca insetti tra il folto della vegetazione ed è quindi molto difficile da osservare.
Ogni tanto fa capolino il verzellino (un piccolo fringillide il cui maschio è vivacemente colorato di verde) alla ricerca di piccoli semi, quelli che vengono rilasciati dalle erbe spontanee che, volutamente, non tolgo dai vasi anche quando hanno finito il loro ciclo vitale: così ho una buona fonte di cibo naturale anche per i cardellini che ogni tanto si fermano a rifocillarsi.
Ritengo di avere ancora molto da migliorare nel terrazzo; vorrei dedicarne una parte a coltivare un piccolo orto biologico e alla creazione di alcune zone più fitte di vegetazione, in maniera da offrire adeguato riparo – e forse una casa – ad altre specie di volatili.
Ammetto che a volte il mio spazio esterno sembra un campo di battaglia – soprattutto dopo le visite del “condor” - ma la sera ho la fortuna di sentire i profumi della menta, della lavanda e del cisto mentre guardo il vaso di fiordalisi – ormai sempre più rari nei nostri campi di grano - e mi viene da pensare come gli altri terrazzi siano forse sì più belli ma troppo artificiali e “costruiti”.
Evidentemente, proprio come gli animali selvatici, ho una passione per tutto ciò che è spontaneo.