Vorrei ricordare Sanremo per il Festival della canzone italiana, per la Milano Sanremo, per i Fiori di cui porta il vessillo, per Italo Calvino, per le persone che ho conosciuto. Purtroppo la ricordo come uno degli esempi più eclatanti di speculazione edilizia e scempio del paesaggio. Da qualunque parte si arrivi, mare, terra o cielo, la prima impressione è che, esclusa qualche zona della città che regge la memoria del passato, le case, le strade, le moltissime serre, quasi tutte arrugginite e in disuso, abbiano proliferato disordinatamente come funghi e come erbacce trascurate da un incauto giardiniere.
Questa nota polemica e cattivella, me ne dispiaccio per gli abitanti di Sanremo, mi è stata suscitata dalla lettura dell’editoriale di Giuseppe Galasso, pubblicato qualche giorno fa sul Respiro. Sanremo non è che un caso dei tanti che purtroppo affliggono la politica del paesaggio di casa nostra.
Si ripropone qui un dibattito culturale di antica memoria: e cioè se il Sistema Paese sia a servizio del territorio o se il territorio debba essere abusato dal sistema paese nell’ottica di un ubi maior minor cessat.
Si intende per Sistema Paese l’insieme di strutture (imprese, architettura istituzionale, strutture economiche, scientifiche, tecnologiche, turistiche e culturali) che contribuiscono a renderlo competitivo. Mi chiedo se in Italia un Sistema Paese sia mai esistito e se possa ascriversi solo alla politica, come governo dei processi, la sua mancata operatività. Certo è che in un paese come l’Italia, così ricco da un punto di vista paesaggistico e archeologico, in un paese così fortemente turisticizzato, l’insieme delle strutture avrebbe dovuto più che mai muoversi verso quella integrazione ed efficienza di cui oggi ne lamentiamo la mancanza.
Se premi l’interruttore e non si accende la lampadina non significa che l’uno o l’altra siano rotti ma può verificarsi, e forse è quello che succede in Italia, che il flusso di elettroni non arriva a destinazione per il semplice fatto che il filo è rotto o che qualcuno lo ha spezzato.