L'accusa diffusa dal Guardian parte dal British Chelonia Group, a seguito di verifiche effettuate dell'ecologista Tom Langton. Dopo aver inviato, negli anni passati, migliaia di tartarughe acquatiche americane nell'oasi faunistica di Massa Marittima, corredate da un contributo di 25 sterline ciascuna e con l'idea di garantire loro le migliori condizioni di vita possibili, gli inglesi scoprono oggi che molti degli animali sono morti e i superstiti volgono in condizioni disperate.
Gli inglesi sono giustamente furiosi e disgustati. La verità è che lo sfascio ufficiale di quello che a tutti sembrava un luogo ideale, santuario per i rettili nonché tappa di riproduzione delle cicogne che ora sono solo un pallido ricordo, ha inizio nel 2007. Allora, a seguito di furti di tartarughe, denunce e altri accadimenti, il Corpo Forestale dello Stato effettua un blitz e scopre forti irregolarità, pessime condizioni igieniche, animali sofferenti.
La struttura affidata dalla Regione Toscana alla Comunità Montana delle Colline Metallifere, 33 ettari in buona parte boschivi, in nome di una convenzione stipulata nel 1989 è gestita dall'Associazione Rana International che fa capo a Donato Ballasina. Per il responsabile ha inizio un percorso giudiziario che si conclude con una condanna penale del Tribunale di Grosseto, ma l'area viene rilasciata dal giudice civile della medesima assise.
Nel 2009 il Carapax viene definitivamente chiuso poiché in un laghetto del centro si riscontra il batterio della salmonella.
Le tartarughe terrestri e palustri, poste sotto sequestro per maltrattamento, vengono affidate alla Comunità Montana e trasferite altrove, mentre quelle acquatiche rimangono in loco, nella località delle Venelle, e a Ballasina è affidata la loro responsabilità.
Gran parte di esse è costituita proprio dalle Trachemys scripta elegans altrimenti note come tartarughe dalle orecchie rosse giunte dal Regno Unito. Oggi questi animali volgono in condizioni spaventose. Difficile, sembra, stilare una lista dei morti, ma i presenti sono perlopiù malati, denutriti e costretti a sopravvivere in acque putride.
Comune, Asl e Arpat di Grosseto hanno promesso sopralluogo e decisioni risolutive per la salvezza delle tartarughe il prossimo 8 agosto.
http://www.guardian.co.uk/world/2011/jul/28/terrapin-haven-tuscany-derelict-carapax