Anche voi, passeggiando sulla riva del mare, vi accorgete di guardare con occhio non più distratto ciò che l'acqua con mano trasparente avvicina silenziosa ai vostri piedi, offrendo alla contemplazione le pietre, i sassi, qualcosa che sulla terra asciutta attira meno la vostra attenzione, quasi ostacolo e inciampo, e non per nulla è servito a una artista tedesco per ricordare le vittime della deportazione nazista? Mai i ciottoli del mare, queste piccole ossa bianche, azzurre, venate, rosa, possiedono un potere d'attrazione speciale, una magia che esercitano su moltissime persone e non solo bambini. Chi di noi non conserva o non ha conservato una pietra, un sassolino trovato sulla sabbia, la cui forma speciale, il cui colore, le cui venature parlavano solo a lui, si facevano riconoscere come assolutamente suo, con un linguaggio muto quanto fascinatorio? Io ho da anni sulla mia scrivania un sassolino piatto di tre centimetri per due, dove io vedo un piccolo pesce, con l'occhio e le scaglie, e mi dispiaccio di non avere più un altro sasso, più grande, dove la venatura bianca sul grigio della pietra basaltina disegnava per me inequivocabilmente un profilo umano. Forse mi colpiva un qualcosa che con un balzo aveva superato le separazioni apparentemente assolute, primarie, quelle tra mondo minerale e mondo animale, quella allusione - e non importa se stava dentro di me, o fuori di me - all'unità fondamentale di tutto ciò che esiste, eco dei primi filosofi del nostro Occidente, gli eraclitei, che insegnavano che tutto è fatto della stessa sostanza,che gli antichi chiamavano eoni e i moderni elettroni, forse era rimasta nella memoria l'immagine dei sassi - dei denti?- gettati dal mitico personaggio dietro le spalle, che diventano uomini appena toccato terra, nelle "Metamorfosi" di Ovidio?
Jung spiega l'attrazione esercitata su moltissime persone sotto tutte le latitudini dalle pietre trovate sulla spiaggia col fatto che la pietra, il ciottolo, spesso di forma rotonda o ovale, è uno dei simboli del Sé, il contro assoluto dell'io e dell'inconscio, la sintesi dell'ego , di ciò che sappiamo , della psiche cosciente, e di ciò , fantasie, sogni, idee selvagge, desideri rimossi, che può essere conosciuto solo attraverso l'esperienza.
Alle sensazioni, ai pensieri, alle intuizioni che mi attraversavano l'anima guardando quei sassi nel palmo della mano e che erano nel tempo con me, bagaglio tutto privato, si era affiancata solo Emily Dickinson, con il suo ciottolo felicei:
Come è felice il ciottolo
che vagabonda solo per la strada,
e non si cura delle carriere
e non teme mai le esigenze -
il cui mantello di bruno elementare
si mise un universo di passaggio,
e indipendente come il sole
si associa, o splende sola,
adempiendo a una legge assoluta
in casuale semplicità.
Ma un'altra poetessa, la Nobel polacca Wistawa Szymborska, ha aggiunto a questa dimensione intima o filosofica un contributo di massimo ardimento nello spostare il paesaggio mentale, il punto di vista con cui l'uomo guarda le cose, verso una visione non più antropocentrica ma biocentrica, dove emerge innalzandosi , simbolo estremo di tutto ciò che non parla ma esiste, il sasso:
Conversazione con una pietra:
Busso alla porta della pietra.
- Sono io, fammi entrare.
Voglio venirti dentro,
dare un'occhiata,
respirarti come l'aria.
- Vattene - dice la pietra.
- Sono ermeticamente chiusa.
Anche fatte a pezzi
saremo chiuse ermeticamente.
Anche ridotte in polvere
non faremo entrare nessuno.
(...) Puoi conoscermi, però mai fino in fondo.
Con tutta la superficie mi rivolgo a te,
ma tutto il mio interno è girato altrove.
(...) - Non entrerai - dice la pietra.
- Ti manca il senso del partecipare.
Nessun senso ti sostituirà quello del partecipare.
Anche una vista affilata fino all'onniveggenza
a nulla ti servirà senza il senso dl partecipare.
Non entrerai, non hai che un senso di quel senso,
appena un germe, solo una parvenza.
(...) - Se non mi credi - dice la pietra
- rivolgiti alla foglia, dirà la stessa cosa.
Chiedi a una goccia d'acqua, dirà come la foglia.
Chiedi infine a un capello della tua testa. -
(...) Busso alla porta della pietra.
- Sono io, fammi entrare. -
- Non ho porta - dice la pietra.
Perché senza l'immedesimazione non c'è comprensione, non c'è aiuto ed amore, c'è solo guerra, guerra dovunque, povertà, strage crudele di uomini, donne, bambini, di dieci milioni di morenti nel Corno d'Africa; e strage di alberi, e animali torturati nei circhi e nei mattatoi, e sottratti a un padrone disabile; ci sono solo anziani dimenticati nei loro letti di piaghe e di solitudine.
Ma erano esseri umani come noi alcuni grandi mistici che hanno visto l'unità sostanziale e non solo metaforica di tutto questo universo, dalla formica alle lontane stelle. Prendiamo coraggio da loro, per modificare la spaventosa mancanza d'amore che ottenebra il nostro paesaggio.