Roma, agosto. Cambio di lavoro due giorni prima delle ferie.
Trasloco, sistemazione, apertura della nuova casella di posta elettronica, più importante della scrivania, più identificativa del telefono. Settaggio di computer, portatili, telefono e I Pad, non si sa mai che possa sfuggire qualcosa. Ultime riunioni. Propositi per settembre, rinvii. Carte da portare in vacanza. Testi su trasporti, logistica, mobilità, sicurezza e quanto altro. Manuali su scelte strategiche e modelli emergenti. Magazine su produttività, managerialità e competitività. Ma sto andando in vacanza?
Roma quest’agosto è spettacolare. Un ponentino leggero rende l’aria tersa. Sembra che lo smog sia andato in ferie anche lui. Le strade non sono intasate dal traffico. Le poche macchine non strombazzano e si fermano davanti alle strisce pedonali.
Sogno o son desta? I turisti camminano cartina alla mano. Mi sembra di essere in vacanza.
Domenica scorsa passeggiavo per la città con un’amica ritrovata, entrambe sassaresi, entrambe emigrate, entrambe affaticate dall’anno passato. Via del Gesù, piazza sant’Eustacchio, via dei Giubbonari, campo de’ Fiori, piazza Farnese, via Giulia, Ponte Sisto, via della Lungaretta, piazza Santa Cecilia. Una passeggiata da turiste in una città irriconoscibile. E proprio l’amica ritrovata mi coinvolge in una serata all’opera: Terme di Caracalla, in scena l’Aida.
Il taxi arriva subito sotto casa, il percorso dura poco, le strade sono sgombre e quasi pulite. Attraversiamo l’ingresso accolte dagli stacca-biglietti, rigorosamente in abito, gentili. Il viale d’accesso che porta all’allestito anfiteatro è pulito. Giriamo intorno al bar e saliamo le scale. Che colpo d’occhio! La struttura millenaria delle terme raccoglie il palcoscenico come le Alpi la Liguria, proteggendo ed esaltando la scenografia pulita del teatro. Le signorine premurose ci conducono ai nostri posti e la serata ha inizio. Aida e Radamès ci prendono per mano e ci portano tra etiopi ed egizi, tra guerrieri e sacerdoti variopinti, tra passioni e tradimenti. Dal canto nostro, incuranti del loro fatal destino, ci lasciamo trascinare nello spettacolo che non è solo la musica, il balletto e la scenografia allestita, ma sono le terme, la loro storia millenaria, la città di Roma, non a caso la città eterna, protagonista indiscussa di questa notte di mezz’estate.
All’uscita un'educatissima fila di persone aspetta il taxi guidata, a seconda delle esigenze, dal personale del teatro. Ma dove siamo in Danimarca? Ho deciso l’anno prossimo le ferie le prenderò a febbraio, quando la gente è cattiva e scorbutica, la città e sporca e i pedoni corrono sulle strisce pedonali per non essere investiti.