Vacanze a Stintino. Il maestrale fortissimo spazza via nuvole, umidità e caldo, contemporaneamente alla possibilità di uscire con la barca dal porto.
E’ una di quelle agognate giornate di mezza estate in cui l’andare al mare con amici, sorelle, nipoti e cugini, si può alternare, senza sensi di colpa, con una giornata casalinga, cullati dal dolce far niente: leggere i giornali senza che il vento accartocci i fogli, dare un’occhiata ai testi che si è portato dietro, mangiare un’insalata seduto a tavola. Una piccola vacanza nella vacanza.
Relax, lettura e jogging. Approfitto per correre sulla litoranea: porto nuovo, Cala Reale, Ovile del Mercante, spiaggia della Pelosa. Via sino a Capo Falcone, nostrano capo di buona Speranza, che divide il cosiddetto mare di fuori dal colore blu scuro, dal mare di dentro azzurro che più azzurro non si può. Mi fermo a guardare. A sinistra la torre della Pelosa, l’isola Piana e l’Asinara delimitano l’accesso al mare di dentro, a destra la spiaggia della Pelosa, l’albergo del Rocca Ruia e il villaggio dell’Ancora. Da una parte panorama incontaminato, dall’altra alberghi, case, strade. Da una parte tutto quello che è rimasto immutato e dall’altra tutto ciò che la mano dell’uomo ha potuto cambiare.
Continuo a osservare. Per fortuna la natura rigogliosa ha cercato di prendere il sopravvento, spesso riuscendoci, sugli interventi non sempre benevoli degli uomini, nascondendo, confondendo e coprendo. I ginepri rivestono i muri bianchi, i mesobriantemi con i grandi fiori viola avvolgono il cemento, i gigli bianchi spuntano dalle dune che pian piano si stanno ricostruendo. Profumo di mirti, corbezzoli, allori. Il giallo dell’elicriso con il suo inconfondibile aroma di aria libera, sole e mare. Respiro sollevata. Forse non tutto è perduto.