In queste giornate di stelle cadenti e luna piena guardiamo ai nostri desideri con la speranza di una tregua. Da ogni parte infatti giungono notizie insopportabili. Come in un bollettino di guerra, i bravi amici di Geapress ci riferiscono di tartarughe impiccate e crocifisse, cardellini accecati; mentre i volontari di Rieti inviano immagini di gatti scuoiati e infilzati, altre atrocità giungono dai canili lager e potremmo purtroppo dilungarci all'infinito.
Ma sulla scia apparentemente interminabile dell'ottusa ferocia che suggerisce barbarie di cui non ci siamo mai liberati, incapacità di portare la coscienza collettiva oltre limiti legati ai comodi della nostra specie - che adesso mostrano tutta la propria debolezza, dobbiamo cogliere un dato evidente: tutto questo oggi non passa inosservato. E benché spesso preferiremmo non sapere, non ascoltare, e avvertiamo un fosso profondo fra noi e quella violenza malata, senza lasciarcene contagiare dobbiamo comprendere il fondamentale valore della conoscenza.
Portare alla luce, aprire dibattito, creare opinione, denuncia e critica è il primo essenziale passo verso il cambiamento. E' un percorso spesso faticoso, non sempre indolore, ci chiede di rinunciare alla rimozione. Ma è anche la via giusta per non abbandonare gli animali e gli alberi e ogni indifeso in quel varco buio. E' il modo di accorciare le distanze fra chi ragiona e l'altra sponda del fosso, rendendo così universalmente intollerabile anche il più piccolo abuso.
E' una strada lunga ma dritta, e confidiamo sulla luce di questa pioggia di stelle e della luna.