Un cane abbandonato a un'intera notte di inutili sofferenze e rischi per i passanti. E' accaduto a Roma la sera di San Lorenzo. Sono da poco passate le 22.30 e Elizabeth R. sta rientrando al volante della sua automobile, sulla via Ostiense. Ha con sé le figlie di uno e due anni. D'improvviso in mezzo alla carreggiata vede correre un magnifico meticcio, simile a un labrador. Probabilmente abbandonato da poco, il cane sembra inseguire qualcuno con grande foga. Le vetture davanti rallentano e con gli abbaglianti segnalano a chi viene dalla direzione opposta di rallentare. Purtroppo, mentre Elizabeth è al cellulare con i carabinieri, il meticcio sposta la sua traiettoria e viene investito da un guidatore che tira dritto. La donna grida e il militare, in linea, dice: "Capisco. Le passo chi di competenza." Quindi, non accade nulla.
Costretta ad accostare più avanti, all'angolo con via Monte del Finocchio, Elizabeth ha visto l'animale trascinarsi, vivo, a bordo strada. A quel punto telefona alla polizia urbana: questi garantiscono di intervenire di lì a poco. Lei attende sul posto, ma non si vede nessuno. Ha con sé le bimbe, perciò non può allontanarsi dall'auto. Richiama, i vigili ripetono "arriviamo", ancora niente.
Telefona allora a una clinica veterinaria di sua conoscenza. Qui le suggeriscono di rivolgersi al servizio ambulanze per animali Pet in Time 24. Questi dichiarano disponibilità, ma la prassi vuole che prima i vigili effettuino un sopralluogo, per poi informare la Asl (in questo caso la competenza è della Asl C) dunque convocarli.
Elizabeth chiama la municipale altre due volte. E' passata un'ora: l'ultimo vigile le assicura un intervento a minuti. Nell'impossibilità di tenere oltre le bimbe in mezzo alla strada se ne va.
Il mattino seguente tuttavia ha uno scrupolo. Verso le 9.30 torna sul posto. Con sgomento vede che il cane è ancora lì. Non si è mosso, ma respira.
Fuori di sé telefona ai vigili. Con scortesia le viene risposto: "Non sono un accalappiacani". Elizabeth stabilisce di non perdere altro tempo. Trova nelle vicinanze un rifugio per animali dove le consigliano di chiamare il canile municipale della Muratella, che apre alle 10. Lì finalmente riceve ascolto. Entro un'ora arriva un veterinario e il cane viene prelevato. Quindi Elizabeth viene contattata da Patrizia Orunesu, coordinatrice del centralino, che la tiene informata sulle condizioni dell'animale, definite subito assai critiche. Dopo due giorni non rimane per lui che una pietosa eutanasia.