Sospiro di sollievo per le sorti di Rosina (o Biancofiore), la puledra messa in palio alla sagra di Cusignana di Giavera del Montello, in provincia di Treviso, con modalità che aprivano la strada alle peggiori destinazioni.
Deus ex machina dell'iniziativa, osteggiata da diverse associazioni - a partire dai Centopercentoanimalisti che hanno protestato con uno striscione fino all'Enpa e Horse Angels - il parroco locale don Dioniso Rossi. Già l'anno scorso il sacerdote aveva ricevuto accalorate proteste per aver ideato la stessa scempiaggine di pessimo gusto. Vale a dire esporre come premio, nel corso della fiera estiva locale, un giovane cavallo da assegnare in premio a chi ne indovinasse il peso.
Tenuto in un minuscolo paddock scoperto realizzato con tubi innocenti, esposta alla confusione, l'animale è stato quindi per diversi giorni oggetto di osservazione, lazzi e commenti.oggetto di una gara che si commenta da sé. La stessa formula applicata in simile contesto, oltre al fatto di utilizzare un essere vivente come fosse un oggetto, suggeriva con evidenza una possibile destinazione alimentare.
Quest'anno, a seguito delle proteste, il prete si è giustificato nel corso di un'intervista dicendo che comunque Rosina era stata allevata per il mattatoio, e anzi il gioco le avrebbe offerto, perché no, la possibilità di trovare un proprietario non intenzionato a mangiarla, come sarebbe avvenuto per il cavallo dell'anno scorso.
Non certo grazie alle premure sacerdotali, ma per le pressioni esercitate dalle associazioni e la notorietà assunta dal caso, Rosina è stata infine riscattata da Rudi Michielin di Paderno di Ponzano, il quale ha dichiarato che la terrà come animale da compagnia.
Per l'anno prossimo, bisognerà che don Dioniso - o chi per lui - si guardi bene dal replicare.