E così a Ground Zero i discendenti degli antichi pionieri d'America hanno piantato quattrocento querce - Quercus bicolor, bianche - venute dalle loro grandi foreste, per riaffermare, col ricordo, con la visione di un essere vivo, forte, longevo, la volontà che la vita rinasca e continui.
Mi chiedo: sapevano, gli architetti di Ground Zero, che il numero quattrocento è un numero limite, simbolo dell'innumerevole, dell'inesprimibile?
Sapevano che la lettera ebraica che rappresenta questo numero è Tau, che corrisponde all'ultimo arcano dei Tarocchi. Il Mondo?
Sapevano, gli architetti, che la quercia è sempre e dovunque il simbolo della forza, della solidità,della potenza,della longevità, dalla quercia di Zeus alla clava di Ercole, alla quercia asse del mondo dei Greci e dei Celti?
Sapevano, gli architetti americani, i cui antenati erano venuto dai paesi celtici, dal Galles, dall'Irlanda e dalla Scozia, che nelle loro antiche terre la quercia, col suo tronco possente, i rami larghi e il ricco fogliame fatto come dita di mano aperta, era simbolo di ospitalità? La quercia dalla sua altezza spazia largo, non vede confini, sa che stiamo tutti insieme su questa terra.
Forse gli architetti conoscevano le orgogliose querce di Holderlin:
Nessuna di voi si sottomise ancora
alla saccente volontà dell'uomo.
Vi sollevate libere e gioconde
da potenti radici, ecco, nell'aria
a ghermire com'aquila la preda
con forti braccia il prodigioso spazio
e di contro alle nubi ampia raggiante
dritta vi s'erge l'assolata chioma
ed è, ciascuna, un mondo.
E come gli astri vivete voi.
Ciascuna un dio: che esiste libero
avvinto all'altre stelle tutte.
Piantare delle querce sopra un luogo di distruzione strette da una striscia di cieco cemento, è comunque un gesto di uomini..
Nell'apprenderlo non ho sentito tanta gioia come quella provata imbattendomi in una deliziosa pagina di Blaise Cendrars, il grande viaggiatore che percorre negli Anni Venti quasi tutto il mondo dalla Russia alla Manciuria all'Africa agli Stati Uniti all'America del Sud: qual è il ricordo più straordinario che egli annota un giorno dall'alto della Serra do Mar, grande montagna del Brasile: un ricordo dove trionfa la potenza immensa della natura?
Linea telegrafica Vedete quella linea telegrafica in fondo alla vallata E il cui tracciato rettilineo taglia la foresta sulla montagna di fronte Tutti i pali sono di ferro Quando l'hanno installata i pali erano di legno In capo a tre mesi spuntavano loro dei rami Allora li hanno strappati e rovesciati con la testa in basso e le radici in aria In capo a tre mesi spuntavano loro dei nuovi rami si radicavano e ricominciavano a vivere Bisognò strappare tutto e per ristabilire una nuova linea far venire con grande spesa dei pali di ferro da Pittsburg.
(trad.da " Au coeur du monde. Poésies complètes: 1924-192" 9 di Luciana Marinangeli)