Nel suo modo fantastico e magico l’ambiente protegge, la natura diventa un rifugio e il paesaggio vive in armonia. Nel suo mondo, che non è il nostro, convivono folletti ed elfi, alberi e fiori che accolgono bambini smarriti, edifici senza pareti e un libro misterioso che si scrive da solo. John Stephens autore de L’Atlante di smeraldo (Longanesi pp. 456, euro 18,60) fantasy best-seller in tutto il mondo, ospite a Pordenonelegge, ci racconta perché la natura, per lui, è qualcosa di incantato:
«Ho sempre avuto una grande sensibilità verso l’ambiente,per questo è fra i protagonisti del mio libro. Alcuni anni fa sono stato sui Monti Adirondak, nello Stato di New York. Un luogo selvaggio, preservato e tutelato dalla Stato. Mi sembrava di essere in un’America di alcuni secoli fa e ho capito perché James Fenimore Cooper aveva ambientato lì il suo romanzo L’ultimo dei Mohicani uscito nel 1826. Sono sempre stato un appassionato lettore dei fratelli Grimm, spesso nelle loro fiabe i bambini devono uscire dalla loro case per andare in un bosco, una foresta; per questo ho voluto che i piccoli protagonisti del mio romanzo entrassero anche loro in un luogo dove ci fossero alberi, prati, animali…».
Quanto è stato importante per lei crescere nella natura?
Mio padre è sempre stato appassionato di campeggio e di arrampicate, le abbiamo praticate spesso in famiglia. Non si può vivere solo in città, riduce la tua percezione della vita, quando attraversi un fiume, cammini in un bosco cambia la dimensione della vita. Solo così senti quanto sei piccolo di fronte al mondo.
Il pianeta è in grande difficoltà, secondo lei riusciremo mai a risolverle?
Mi sembra molto difficile, ma mi piacerebbe. Non posso essere ottimista quando vedo i governi non fare nulla o quasi per la tutela dell’ambiente. Ho un bambino di sette mesi, mi chiedo spesso che mondo gli lasceremo. Ognuno di noi deve essere responsabile dei suoi comportamenti per non danneggiare la natura.
Come sta educando il suo bimbo all’ambiente?
Facendo molte gite in bicicletta, camminate nella natura. Viviamo in California abbiamo ancora molti spazi meravigliosi.
Viene spesso in Italia, cosa ne pensa?
Vengo da turista, cerco di vedere solo le cose più belle. E’vero stanno costruendo molto, ma anche in California succede la stessa cosa, ormai si deve guidare per più di tre ore prima di trovare uno spazio aperto. E’incredibile gli Stati Uniti sono immensi. Se guidi da New York a Boston, quasi cinque ore di viaggio, vedi solo case, grattacieli e poi case: la distanza si è trasformata in un’unica grande città. Eppure sempre più gente lascia stati belli e ricchi di natura come il Montana, l’Ohio per trasferirsi nelle grandi città del Nord o del Sud; le zone centrali degli Stati Uniti sono sempre meno popolate. E’ un allarme.
Un luogo che vorrebbe preservare?
I Monti Adirondak, lì batte il cuore degli Stati Uniti, lì sono arrivati i primi esploratori. La natura è anche storia, non dobbiamo dimenticarlo. E poi amo il Costa Rica, è il luogo dove sono nati i genitori di mia moglie, ci andiamo spesso. Non vorrei che fosse mai toccata la Foresta Tropicale, accoglie più del settanta percento di tutte le specie vegetali e animali del pianeta.
Se fosse un politico cosa farebbe per risolvere i problemi legati all’inquinamento?
Bloccherei le emissioni delle auto, sto a Los Angeles, viviamo ogni giorno nell’emergenza. E’così difficile creare macchine alternative? In America i problemi legati all’ambiente sono tanti e spesso i politici millantano di risolverli. Lo stesso Obama aveva fatto tante promesse che non è riuscito a mantenere: non è intervenuto sull’aria, ha detto solo pochi giorni fa che entro otto anni, le macchine dovranno cambiare e inquinare di meno. Ma otto anni sono tanti, non sarà di aiuto per nessuno. Il danno è così grave, abbiamo bisogno di un’azione più forte non di piccoli passi.
L’Atlante di Smeraldo è il primo volume di una trilogia. In quale paesaggio farà vivere i piccoli protagonisti del suo nuovo romanzo?
Lasceranno il bosco dove si sono rifugiati per cercarne un altro in capo al mondo.
E lo troveranno?
Sì, è il bosco dei miei sogni.