“Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame freddo ed era lontano 50mila anni-luce da casa. Un sole straniero dava una gelida luce azzurra e la gravità doppia di quella cui era abituato, faceva d'ogni movimento un'agonia di fatica…… questo fottuto pianeta di una stella mai sentita nominare finché non ce lo avevano mandato. …. il nemico, l'unica altra razza intelligente della galassia... crudeli schifosi, ripugnanti mostri. … era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame, freddo …. ma i nemici tentavano di infiltrarsi e ogni avamposto era vitale. Stava all'erta, il fucile pronto. Lontano 50mila anni-luce dalla patria….e allora vide uno di loro strisciare verso di lui. Prese la mira e fece fuoco. Il nemico emise quel verso strano, agghiacciante, che tutti loro facevano, poi non si mosse più…Il verso, la vista del cadavere lo fecero rabbrividire. Molti, col passare del tempo, s'erano abituati, non ci facevano più caso; ma lui no. Erano creature troppo schifose, con solo due braccia e due gambe, quella pelle d'un bianco nauseante e senza squame...”
Liberamente sintetizzato, “La sentinella”, il racconto capolavoro di Frederic Brown, attraverso un’angosciante allegoria, sottolinea quanto assurda sia l’arroganza del genere umano nei confronti di ciò che lo circonda. Lo spunto narrativo, oggi sabato 29 settembre, dopo lo scampato pericolo della caduta del satellite Uars in terra italiana, mette in risalto quanto, in nome della ricerca e della gloria (e del relativo potere), l’essere umano abbia potuto sporcare non solo nel pianeta ma addirittura nello spazio.
Dallo Sputnik in poi l’avventura spaziale dell’uomo ha seminato migliaia di satelliti sonde e relativi detriti che, terminato il loro compito, orbitano a velocità considerevole intorno alla terra. I detriti spaziali, aumentati vertiginosamente negli ultimi anni, costituiscono un pericolo per i satelliti operanti e per gli equipaggi delle missioni spaziali oltre che una forma di inquinamento. A causa della velocità con cui viaggiano un detrito di 10 cm può causare gli stessi danni dell’esplosione di 25 candelotti di dinamite. Nonostante le innumerevoli organizzazioni internazionali preposte al controllo della spazzatura spaziale non sembra che pulizia sia stata fatta o sia possibile fare.
Lascio spunto alle riflessioni e riporto una frase tratta da uno dei siti web che trattano l’argomento*: lo spazzino spaziale sarà un mestiere del futuro? E poi dove la mettiamo la mondezza spaziale?