E' con il gesto simbolico e materiale di piantare un albero, incoraggiando una vita proprio come uomini eccezionali diedero ad altri la possibilità di salvarsi e continuare nel loro cammino, che dal 2008 la città di Padova commemora i giusti che nel mondo (a differenza degli altri giardini, Gerusalemme, Erevan e Sarajevo, dove si commemorano i giusti legati allo specifico genocidio: Shoah, genocidio armeno, bosniaco) si sono opposti ai più svariati genocidi. Domenica 2 ottobre è toccato a Gino Bartali, il grande campione del ciclismo italiano vincitore di due Tour de France (1938, 1948) il quale, fra il settembre 1943 e il giugno 1944, contribuì in modo determinante alla salvezza di oltre 800 ebrei percorrendo almeno 40 volte avanti e indietro i 380 km che separano Firenze e Assisi per trasportare documenti falsi. Ma non si limitò a questo: a Genova egli raccoglieva fondi provenienti dall'estero da portare alla comunità ebraica di Firenze per organizzare le fughe e in casa propria, all'arrivo dei nazisti, ospitò e nascose quattro membri della famiglia Goldenberg. Fra gli altri dieci alberi appena piantati nel Giardino dei Giusti del Mondo della Casa dei Giusti di Padova, in zona Terranegra, un altro rappresenta Eros Borile, missionario di Monselice che nel 1994 trasformò l'orfanotrofio ruandese di Nyanza in un campo di accoglienza, salvando molte centinaia di persone dal genocidio.