Si fa aspra la battaglia per la salvezza di Nonna Quercia, chiamata Mina in onore della famosa cantante e assurta a simbolo dell'opposizione civica alla costruzione di un tratto di tangenziale avvertito come inopportuno fra Cremona e Castelvetro Piacentino. Il progetto include anche la realizzazione di un terzo, colossale, ponte sul Po: un investimento da oltre cento milioni di euro, in aggiunta ai 220 stanziati per l'autostrada. Ne verrebbe fuori il ponte ad arco più lungo d'Europa, di cui i cittadini non sentono affatto il bisogno.
La colata di cemento sconvolgerebbe gli ecosistemi della golena del Po, distruggendone le più importanti forme di vita, in nome di un'iniziativa costosissima e del tutto superflua, dato che non si registra - né sono stati effettuati studi in merito - una particolare congestione di traffico in quella zona, tale da incoraggiare una simile speculazione.
Inoltre, i lavori imporrebbero l'abbattimento di Nonna Quercia, il sacrificio di un monumento naturale di incredibile bellezza e valore che sorge proprio sul cammino di questo scempio, assegnato in appalto alla Società Autostrade Centro Padane con il placet di Regione e enti locali, mentre la Regione Emilia Romagna sembra porsi qualche dubbio sulla sua opportunità.
Da tempo intanto i cittadini, soprattutto gli abitanti di Castelvetro che risentirebbe in modo devastante di tali interventi poiché già vive la pressione della A21, si sono costituiti in comitato e in questo momento stanno raccogliendo fondi per sostenere le spese del ricorso al Tar. Per la salvezza di Nonna Quercia e di un intero, vasto tratto di paesaggio pieno di vita inviolabile.
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