Paserotti caduti dal nido, ricci che attraversano la strada, rapaci feriti. A chiunque può capitare, prima o poi, di trovarsi a soccorrere un animale selvatico in difficoltà. Non tutti sanno, però, che nel cuore di Roma, a Villa Borghese ,Via Aldrovandi 2, esiste il più grande Centro di Recupero per la Fauna Selvatica d’Italia. Creato e gestito dalla LIPU-Lega italiana protezione uccelli, ogni anno accoglie, cura e rimette in libertà migliaia di animali selvatici. Ne è responsabile Francesca Mantia, che in questo periodo si trova a fronteggiare l'arrivo di un numero incredibile di esemplari feriti, dovuti all'orribile mattanza da stagione di caccia.
Quanti animali accogliete ogni anno? Ci sono altri centri simili nel Lazio?
Questo è l’unico centro LIPU del Lazio e non solo. I più vicini si trovano a Livorno e a Campobasso. Ogni anno accogliamo circa 5.000 animali delle specie più diverse: dalla volpe alla rondine, dal gufo al riccio. Esistono anche altre realtà che si occupano di recupero della fauna selvatica ma noi siamo senz’altro il più grande ospedale di questo tipo in Italia. Siamo inoltre l’unico centro che garantisce un vero e proprio servizio di sportello al cittadino: siamo aperti tutti i giorni dalle 9.30 alle 17.30.
Come vi finanziate?
Andiamo avanti grazie alle donazioni delle persone che ci portano gli animali e ai soldi che arrivano dalle iscrizioni alla LIPU. Riceviamo anche un contributo economico dal Comune di Roma che però deve essere rinnovato di anno in anno. Da pochi giorni è arrivata la buona notizia che saremo “coperti” anche nel 2012. Per l’anno successivo si vedrà. Viviamo sempre in bilico.
Cosa succede quando si apre la stagione di caccia?
Nei mesi della stagione venatoria – da settembre a gennaio – circa il cinquanta percento dei ricoverati nel nostro centro è vittima dei cacciatori. Ogni anno, inoltre, arrivano decine di esemplari appartenenti a specie protette impallinati dai bracconieri. Proprio da pochi giorni stiamo ospitando un falco pellegrino e un falco di palude. Personalmente dubito che si possa sparare a un falco o a un gufo reale per sbaglio. Nella stragrande maggioranza dei casi non si tratta di errori. I bracconieri semplicemente si divertono a sparare agli animali protetti e poi li abbandonano agonizzanti.
Nelle aree urbane quali sono i principali pericoli per gli animali?
Molti animali, come volpi o cinghiali, restano coinvolti in incidenti stradali. Un grande pericolo poi è rappresentato dalle vetrate a specchio di certi palazzi, contro le quali gli uccelli vanno a sbattere. Per i volatili ogni anno si ripete inoltre il dramma della potatura degli alberi, che - se effettuata in ritardo - causa la distruzione di molti nidi.
Si potrebbe tracciare un identikit delle persone che si rivolgono al vostro centro?
Non direi, da noi arrivano le persone più diverse. Dal bambino che ha raccolto un uccellino sotto casa, alla vecchietta, dal barbone alla signora dei Parioli che si preoccupa del piccione sotto casa. Gente di ogni tipo accomunata dall’amore e dal rispetto per la natura. Non contano l’età o la disponibilità economica: la sensibilità nei confronti degli animali ce l’hai o non ce l’hai.