Era ora che si mettesse a fuoco il problema delle adozioni di animali italiani all'estero. Come al solito, c'è chi agisce secondo coscienza e chi lucra. E' estremamente difficile dare giudizi lapidari su una materia vasta che implica i comportamenti etici dei volontari e delle associazioni. Ci auguriamo comunque che in questa materia la Comunità Europea legiferi in modo da armonizzare le differenti legislazioni dei paesi componenti, vantando una legge all'avanguardia, la nostra n. 281/91, purtroppo inapplicata da 20 anni in moltissime zone della penisola.
Giudizi generalizzati sono sempre da evitare. Per fortuna ci conosciamo un po' tra volontari di tutta Italia e sappiamo della serietà o meno di chi effettua le staffette, di chi fa i controlli, con notizie sempre aggiornate anche su adottanti sconsigliati. Posso solo portare esperienze personali.
Premetto di essere contraria agli spostamenti degli animali, lavorando su piccoli numeri ho avuto la fortuna di trovare adozioni quasi sotto casa. Mi sono sempre chiesta se questi viaggi della speranza siano veramente tali e devo dire che in alcuni casi lo sono. Al nord si è sterilizzato di più e una mia amica mi ha confermato che nel canile dove è volontaria i cuccioli sono rarissimi. Comunque sono pieni anche i canili e gattili del nord. Magari gli appelli di casi drammatici emozionano di più gli adottanti residenti al nord e così cani e gatti salgono dal sud al nord.
Ho tenuto 9 gattini calabresi provenienti da una zona alluvionata. Tenuti durante il viaggio in treno in un grande trasportino con lettiera, per ciascuno c'erano le note con descrizione e cure da effettuare. Addirittura c'era lo scottex, oltre alle medicine da prendere. Veramente le volontarie del sud avevano fatto i miracoli, a loro spese, naturalmente. Li ho portati dal veterinario che li ha sverminati e cambiate le cure troppo forti, fino alla consegna allo staffettista. Ch'io sappia sono arrivati bene a Milano dagli adottanti e - destino bizzarro - dopo tanti mesi anche i due che erano stati adottati a Roma, sono stati portati a Milano da una romana proveniente dal mio quartiere, trasferita lì con fidanzato e lavoro. I gattini me li vedo su fb.
Capisco l'angoscia di chi lavora sui grandi numeri e si trova a pagare stalli e tutto il resto illudendosi a volte di trovare l'adottante giusto, salvo poi riportare il cane indietro. Leggendo le esperienze di altri volontari ho dedotto di aver deciso bene di non inviare un cane a Rieti e un altro in Toscana per poi farlo partire per ignote destinazioni. Quello che mi è sembrato strano è che pochi anni fa un gruppo di veterinari e volontari toscani è partito per la Germania per controllare le adozioni, missione ufficiale presso le asl locali. Pagavano le spese di viaggio. Io non mi potevo muovere a causa della mia collezione di animali, ebbene, non si è trovato un volontario che andasse, in tutta Italia. Speravo che un'amica tedesca già in loco potesse raggiungerli (distanze notevoli) ma a causa di un incidente non poteva andare. Mi ha confermato la presenza di cani di razza in Germania, come ha confermato che ci sono associazioni serie e altre che hanno un'attività poco chiara. Su queste che rappresentano attività criminali da perseguire gli organi investigativi farebbero bene a fare il loro dovere, in Italia e all'estero.
Le associazioni animaliste in Germania sono piccole ma molte fanno un lavoro ottimo, anche curando e recuperando la fauna selvatica cui i nostri cacciatori hanno sparato durante i passaggi migratori. Il fatto è che spesso chi lavora bene pensando al benessere degli animali soprattutto in Italia viene quasi perseguitato, chi ci lucra (come da cronache giudiziarie) ha compagni di merenda all'interno di asl e istituzioni con le quali dividere prebende.
La delinquenza sugli animali non va sottovalutata perchè include spesso la delinquenza verso le persone. Per questo facciamo un appello alla magistratura affinché consideri le denunce di comportamenti violenti su animali e non li archivi come spesso fa.
A proposito della burocrazia farraginosa raccontata da Susi nella sua bella storia: mi è venuto in mente che se fosse stato un esportatore clandestino di animali esotici avrebbe avuto la strada spianata. Perchè è più facile far arrivare iguana, coccodrilli, serpenti, cuccioli dell'est? Ci sarà qualcosa di sbagliato nel sistema?
Roberta Ratti è responsabile della LIDA-Lega Italiana Diritti degli Animali sezione di Roma