Il momento è micidiale e la parola economia dà il mal di testa. Difficile di questi giorni aprire un quotidiano o guardare un notiziario senza sentirsi colti da vertigine. E una motivata diffidenza nei confronti dei grandi sistemi e dell'industria non ci rende consolatori nemmeno termini carichi di promesse. Green economy, biologico, sostenibile. Ci domandiamo chi sia, di volta in volta, a giudicare le condizioni, la portata, la bontà dell'impresa. Si abbattono alberi? Si uccidono animali? Può darsi, ma un po' meno, un po' meglio.
Non bisognerebbe guardare tuttavia con favore al tentativo di tradurre su larga scala l'esigenza di risparmiare le risorse, rispettare maggiormente il pianeta e, forse, la vita dei suoi abitanti? Non è in ogni caso un fatto positivo che si parli di rivoluzione verde, e poi a ciascuno il compito di orientarsi e distinguere fra quanto costituisce un reale passo in avanti e ciò che viene sventolato come uno slogan?
Sì, lo è, se lo prendiamo come un passo intermedio e proseguiamo ragionando con la nostra testa. E' vero che in buona misura sono le aziende a indurre le nostre abitudini, ma è altrettanto certo che siamo noi a creare l'industria, anche attraverso le indicazioni che nascono dal nostro atteggiamento. Perché la nostra economy sia del colore che desideriamo, verde come la natura da cui dipende la nostra stessa salvezza, rosea al pari dei migliori auspici, d'oro come le foglie dei tigli in questa stagione, non dobbiamo prescindere da quanto ci sembra giusto. Il buon sentimento infatti, la generosità, non sono mai irrazionali e guardano ben più lontano di altre soluzioni. Se fino a poco fa la moderazione poteva sembrare una rinuncia, oggi più chiaramente siamo in grado di scorgere la qualità nell'essenziale.
Per noi stessi, proprio di questi tempi duri ma forieri di cambiamento, possiamo scegliere secondo una linea gentile che gioverà molto a noi stessi - alle nostre finanze, alla nostra salute e al nostro spirito. Tutto quanto viene prodotto senza nuocere alla vita, le piccole imprese e forniture artigianali contro le immense catene, di meno ma migliore. Via l'inutile che ci appesantisce e ci angoscia: non ne abbiamo più bisogno. A cominciare dagli spaventosi sprechi natalizi e dai crudeli banchetti. Più leggeri affronteremo assai meglio i prossimi mesi e saremo nella condizione di non sentirci privati di nulla.