"Che il presidente Nichi Vendola blocchi immediatamente questa follia," dice Oreste Caroppo, rappresentante del Coordinamento civico per la tutela del territorio salentino, riferendosi al disegno di legge che modifica l'interpretazione della Legge regionale di Tutela e valorizzazione del paesaggio degli ulivi monumentali della Puglia, la 14 del 2007, la cui modifica è stata approvata bipartisan, all'unanimità. Tutto nasce dall'emendamento battezzato ammazzaulivi, proposto dal consigliere PDL Massimo Cassano e appoggiato dall'assessore all'Ambiente regionale Lorenzo Nicastro. Secondo questo vergognoso provvedimento, l'espianto di ulivi secolari potrà effettuarsi anche senza il parere delle commissioni competenti, oggi obbligatorio, introducendo il silenzio-assenso a 90 giorni dalla richiesta.
"A Carpignano Salentino sono già stati sradicati 4 ettari di uliveto antico, migliaia di esemplari, 140 monumentali; si parla di un mega espianto a Lequile. Per far spazio alle speculazioni di ogni genere, piante secolari vengono capitozzate e ammassate ai margini dei terreni come mostruose bordure."
Secondo gli amministratori è utile "sveltire i permessi per il contadino che magari, al contrario di altri, rimane in attesa anni: se vuol piantare le cicorie, finisce che taglia l'ulivo da sé. Così invece noi possiamo censirlo." Ma le commissioni non registrano pratiche inevase: "In effetti non ci sono arretrati, ma nemmeno ragioni di dire di no, salvo gravi motivi. Niente domande arretrate, né pericolo di espianti arbitrari. Se c'è paura di reati ci si rivolga alla polizia."
Eppure cemento, asfalto, fotovoltaico a terra, impianti per le biomasse legnose incoraggiano la distruzione di intere distese di quegli uliveti grazie ai quali la Puglia è ancora un luogo meraviglioso.
"Chiediamo piuttosto che le nostre storiche distese di alberi, da conservare a ogni costo, siano considerate siti agroforestali," dice Caroppo "vale a dire aree dove non si possa costruire per 10 anni in caso di incendio. Inoltre sarebbe assai intelligente investire nel vero biologico: olio anzitutto, quindi pascoli naturali, miele e il nostro raro paesaggio."