Con il caldo, il Papa ha messo via per qualche mese le bordure di ermellino, sfoggiate malgrado le insistenti preghiere di animalisti di ogni nazione.
Il punto, in verità, non è quella vecchia e triste decorazione fuori tempo che non dona a nessuno, tantomeno a un uomo anziano da cui ci si aspetterebbero sobrietà e comprensione, quanto il simbolo che essa rappresenta. Vale a dire la terribile ingenerosità, l'arretratezza che la Chiesa tutta - salvo eccezioni illuminate - dimostra verso gli animali e chi per la loro vita ha attenzione, coscienza e sensibilità.
Piuttosto terribile, difficile negarlo, che nel nuovo millennio sacerdoti e prelati mangino con disinvoltura la carne, indulgendo a un vizio terreno a gravi spese di creature senzienti eccome, capaci di provare dolore, spavento, gioia, amore, curiosità, angoscia.
Sugli animali, sul dono della vita dispensato a tutte le specie altre rispetto all'uomo, la Chiesa promotrice di fratellanza e uguaglianza si concede un colossale sconto che oggi ci appare controsenso imperdonabile.